BOLOGNA – Ennesime tensioni tra Russia e Ucraina: mentre continuano gli attacchi con droni sull’Ucraina (nella notte è stata colpita la zona di Kharkiv con bombe termobariche, almeno 50 i feriti), Mosca ha reagito duramente dopo alcune parole di Volodymyr Zelensky in vista della giornata del 9 maggio, in cui a Mosca si celebrerà la nota parata per ricordare la fine della Seconda guerra mondiale. Zelensky – che ha anche giudicato troppo breve la tregua proposta da Putin tra l’8 e il 10 maggio (“Tempi troppo brevi per tenere colloqui seri”), ha detto che l’Ucraina non può garantire la sicurezza dei rappresentanti stranieri in viaggio verso Mosca per la parata del Giorno della Vittoria del 9 maggio. Intendendo che la Russia potrebbe fare messinscene e compiere azioni per poi accusare l’Ucraina. Mosca, però, ha preso le parole di Zelensky come un duro attacco e “una minaccia diretta” alle celebrazioni in programma venerdì prossimo. E ha replicato dicendo che se Kiev attaccherà la parata del 9 maggio “non arriverà al 10 maggio”. A dirlo è stato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, in una chat su Telegram.
COSA HA DETTO ZELENSKY
Queste le dichiarazioni di Zelensky riportate da Interfax Ukraine: “La nostra posizione è molto semplice per tutti i Paesi che hanno in programma di recarsi o si stanno già recando in Russia il 9 maggio: non possiamo essere ritenuti responsabili di ciò che accade sul territorio della Federazione Russa. Sono loro – la Russia – a garantire la sicurezza e, pertanto, non offriremo alcuna garanzia. Non sappiamo cosa farà la Russia in quelle date. Potrebbero intraprendere determinate azioni – incendi dolosi, esplosioni e così via – e poi accusarci. Come presidente, ho detto al ministro degli Esteri che dobbiamo informare chiunque ci contatti: ‘Sconsigliamo di visitare la Russia per motivi di sicurezza. E se scegliete di andarci, non chiedetecelo. È una vostra decisione personale'”.
LE PAROLE DI MEDVEVED
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “ha dichiarato di respingere la proposta di Putin di una tregua di tre giorni per il 9 maggio e di non poter garantire la sicurezza dei leader mondiali a Mosca. E chi cerca le sue garanzie? È solo una provocazione verbale. Niente di più”. Lo scrive su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev, aggiungendo che “nel caso di una vera provocazione nel Giorno della Vittoria, nessuno può garantire che il 10 maggio arriverà a Kiev”.
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