ROMA – La tensione in Medio Oriente continua a salire. Nella notte, l’aeronautica militare israeliana ha bombardato l’aeroporto internazionale della capitale yemenita, Sanaa, rendendolo completamente inagibile. L’attacco di Tel Aviv, sarebbe la risposta a quello missilistico di domenica scorsa avvenuto per mano degli Houti, vicino all’aeroporto internazionale Ben Gurion.
Nel mirino di Israele però, non è finito solo l’aeroporto yemenita ma anche una fabbrica di cemento e diverse centrali elettriche, come confermato dalla televisione degli Houthi Al Masirah. Il bilancio, è di almeno tre morti e più di trenta feriti.
“L’obiettivo di colpire i porti yemeniti, l’aeroporto di Sanaa, le fabbriche di cemento e le centrali elettriche mira a imporre un blocco al popolo yemenita”, si legge nella dichiarazione degli Houthi, secondo i quali gli attacchi israeliani e statunitensi contro lo Yemen “non rimarranno senza risposta e non impediranno allo Yemen di continuare il suo sostegno a Gaza”.
Stando a quanto riportato da Al Jazeera l’esercito degli Stati Uniti sotto il presidente Donald Trump ha lanciato una campagna intensificata di attacchi aerei contro lo Yemen devastato dalla guerra dal 15 marzo. Israele ha ripetutamente colpito la regione, uccidendo decine di persone, tra cui donne e bambini.
In serata, proprio il presidente Trump ha annunciato che gli Houthi si sono arresi: “Non vogliono più combattere. E noi onoreremo questo, e fermeremo i bombardamenti. Loro hanno capitolato, ma soprattutto, ci fideremo della loro parola: dicono che non faranno più saltare in aria le navi”, ha detto il presidente americano. Dal gruppo yemenita però non sono arrivati commenti immediati. Trump ha dichiarato inoltre che nei prossimi giorni, prima della sua visita in Medio Oriente, farà un annuncio molto importante.
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