ROMA – Seguire le orme dei propri genitori non è sempre facile. Lo sa bene LDA, Luca D’alessio, che a Le Iene ha raccontato la sua esperienza nella musica. L’ex allievo di Amici è tra i giovani artisti emergenti della nuova scena, ma in molti continuano a commentare solo il fatto che sia il figlio di Gigi D’Alessio.
“Sono cresciuto con un cognome che non ho scelto, ma che porto con rispetto. Ho mosso i primi passi tra le note, in mezzo agli strumenti, con la musica come lingua madre. Ho imparato tanto e tanto ancora devo imparare. Ma una cosa vi assicuro: nessun applauso si eredita”, ha detto il 22enne.
“Ogni palco, ogni studio, ogni nota che scrivo o suono devo sudarmela il doppio. Perché per molti non sono ‘Luca’, sono ‘il figlio di’. E mi chiamano raccomandato solo perché il talento non può convivere con un cognome noto, come se il cognome potesse suonare al posto mio- ha aggiunto-. Ma forse non sono solo, chiunque segua le orme dei propri genitori è costretto a vivere con una presunzione di colpevolezza”.
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“Questo – ha sottolineato – è lo specchio di un Paese dove spesso il successo altrui è vissuto come un’ingiustizia e non come uno stimolo. Dove il confine tra nepotismo e continuità si confonde e l’invidia sociale diventa più forte del merito, qualunque esso sia”. E il ragazzo si chiede, senza saper dare una risposta: “Ma perché un sospetto può valere più di un sacrificio? Se avessi scelto un altro mestiere invece del cantante, avrei ricevuto le stesse critiche?”.
Luca non vuole vivere di rendita: “Io come tanti non chiedo sconti, ma la possibilità di essere capito, ignorato, criticato o anche amato, solo per quello che faccio, solo per quello che sono”.
IL CONSIGLIO DI CHRISTIAN DE SICA
Sui social, tra i commenti al post del monologo, è arrivato anche il consiglio di Christian De Sica, che ha vissuto la stessa situazione in prima persona con papà Vittorio: “Ti capisco, ne so qualcosa… ma fotteten tu si gruoss”. Un complimento al quale LDA ha risposto: “Detto da te prende ancora più valore”.
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