BOLOGNA – Sulla violenza giovanile che spesso riempie le cronache di Bologna “sono un po’ pessimista”, confessa l’assessora comunale alla Sicurezza, Matile Madrid, che ha toccato il tema durante un’iniziativa organizzata ieri sera da Italia viva.Madrid si sofferma in particolare sul problema dei tanti coltelli che girano tra i ragazzini e spiega che, quando negli incontri nelle scuole viene chiesto loro il motivo, in molti dicono: “Io ce l’ho per difendermi”. E nel caso delle ragazze entra in campo anche lo spray urticante, aggiunge l’assessora. Insomma “loro dicono che hanno paura”, continua Madrid, al di là di quella minoranza che il coltello ce l’ha per “obiettivi criminali”. Questa è “una cosa ci interroga moltissimo come adulti: ce la stanno ‘raccontando’ dandoci questa motivazione? Può essere ma non lo darei per scontato”, afferma l’assessora.
“DICONO CHE IL COLTELLO SI COMPRA SU TELEGRAM”
Evidentemente, i ragazzi ritengono che un’aggressione o una situazione di pericolo “sia così possibile quotidianamente- prosegue Madrid- e quindi di sentono autorizzati a girare con la lama. E quando vai a chiedere dove si compra, ti rispondono: su Telegram”. Insomma “siamo su un altro pianeta” rispetto a un tema più consolidato di criminalità giovanile, ragiona l’assessora: “Persino il questore dice che magari fossero baby gang, così in tre mesi si risolverebbe. Il problema sono i tanti che girano con i coltelli, anche fosse solo a scopo difensivo. Probabilmente quando è morto Fallou in quel gruppo lì giravano in tanti con il coltello a scopo difensivo. Ed è un attimo che succede un disastro”.
“PENSANO DI NON RISCHIARE NIENTE”
Stesso discorso per la recente rissa in via Agucchi, a quanto pare nata dopo screzi sui social: “Si sono dati appuntamento per chiarirsi e sono spuntate le lame”. E si trattava di ragazzi provenienti da “famiglie non disagiate”, sottolinea Madrid, dunque “è una cosa che non riguarda più gli ultimi”.Infine, Madrid segnala come nelle scuole i funzionari della Polizia insistano molto sul tema delle conseguenze di determinati comportamenti: perchè spesso i ragazzi “pensano di non rischiare niente: quando arrivi a Lampedusa dopo aver attraversato il Mediterraneo e aver passato tre mesi in una prigione libica, della polizia italiana non te ne frega niente”.
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