ROMA – Ironia e tanto sarcasmo alla cerimonia dei David di Donatello, tenutasi questa mattina al Palazzo del Quirinale, in attesa dell’evento di questa sera. E d’altronde non poteva essere diversamente, dato che a presentarla è stata Geppi Cucciari. Durante il suo discorso, l’artista non ha potuto fare a meno di riservare la sua attenzione alle due cariche dello Stato presenti e cioè il Presidente della Repubblica Mattarella e il ministro della Cultura Giuli.

All”inquilino’ del Quirinale, “attempato ma ancora di brillante fascino” Cucciari si è rivolta dicendo che “ormai è a un passo dall’usu capione avendo stipulato, suo malgrado, un sette più sette” aggiungendo che “lei dovrebbe diventare direttamente Papa, ma non Papa, per la pazienza che ha avuto con i politici italiani in questi anni, lei andrebbe fatto Santo subito: San Sergio Martire… di cosa guardi, scelga lei, secondo me ha l’imbarazzo”.

Poi, dopo frecciate varie sullo stato del cinema italiano, Cucciari si è rivolta al ministro della Cultura, riservandogli le battute migliori. “Ministro voglio portarle la mia solidarietà, perché molti sottolineano eccessivamente la sua potente retorica, il suo eloquio forbito, la parola che squadra da ogni lato l’animo nostro informe. In realtà sono sempre interventi cristallini, lei è l’unico ministro i cui interventi possono essere addirittura ascoltati al contrario come un disco dei Black Sabbath e a volte migliorano”.

Poi per introdurre il discorso del ministro, Cucciari ha chiosato: “E ora “il momento più atteso da Google Translate”. Giuli, che è stato allo scherzo, presa la parola ha affermato: “Un saluto a Geppi, che al contrario potrei chiamare anche ‘Ippeg’, senza fraintendimenti”. Cucciari ha subito risposto: “Rimaniamo così, amici”, lasciando il palco al ministro.

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