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Edilizia, verso un Manifesto strategico per il futuro del Real Estate

(Adnkronos) –
Quattro i punti chiave per la stesura del ‘Manifesto per il futuro delle costruzioni’, una guida concreta per l’evoluzione del Real Estate italiano. Il 7 maggio a Riva del Garda (TN) si è chiusa l’undicesima edizione di Rebuild, evento dedicato all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito, organizzato da Riva del Garda Fierecongressi.  

I numeri: oltre 80 relatori, 16 conferenze, 4 workshop, 30 aziende partner, 4 start up, 13 enti patrocinatori nazionali e 8 territoriali, 17 media partner, 4 partner scientifici, il contributo della Provincia autonoma di Trento e oltre 600 partecipanti. 

“Abbiamo identificato dei punti di partenza di un Manifesto che non vuole essere assolutamente uno strumento di marketing per diffondere le nostre idee quanto un insieme di punti che mettono a terra ciò che dovrà occupare la nostra attenzione e il nostro lavoro nei prossimi mesi in attesa di Rebuild 2026, aprendo un confronto con tutta la comunità del Real Estate e uno scambio con la politica e le istituzioni”, spiega Alessandra Albarelli, direttrice generale di Riva del Garda Fierecongressi. 

“L’obiettivo era individuare argomenti chiave su cui impostare il lavoro nostro, della comunità di Rebuild e di tutto il comparto, seguendo un principio – sottolinea Ezio Micelli, presidente del Comitato Scientifico di Rebuild e professore ordinario all’Università Iuav di Venezia – si tratta di un impegno interno della comunità di Rebuild ma anche esterno ad essa, orientato alla generazione di valore e di valori che sono alla base di una transizione giusta, equa e sostenibile nel suo senso più pieno. Il cambiamento del Real Estate italiano deve passare attraverso tecnologia, sensibilità ambientale e inclusione sociale”.  

Sono quattro i pilastri su cui si reggeranno i punti del Manifesto, pensato come proposta di una visione strategica condivisa che accompagni il settore verso modelli più sostenibili, innovativi e inclusivi: Transizioni integrate, ovvero la necessità di dare alla transizione una declinazione al plurale: economica, energetica, sociale, demografica, sostenibile e molto altro, allo stesso tempo; Produttività per l’inclusione abitativa; Ia come leva di cambiamento, cioè come strumento utile e adatto per snellire e velocizzare il quadro burocratico, restituendo efficienza ed efficacia dei processi; Valutazione della dimensione sociale.  

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