BOLOGNA – Sul Conclave c’è un “interesse quasi morboso” e forse un po’ troppe “semplificazioni”. E’ l’analisi di Alberto Melloni, storico delle religioni e presidente della Fondazione per le scienze religiose di Bologna, questa mattina ai microfoni di ‘Tutta la città ne parla’ su Radio Tre. “L’interesse quasi morboso intorno al Conclave si spiega in modo semplice- afferma Melloni- in un mondo sempre più social, su una cosa che è ancora segreta, non avendo niente da dire, tutti pensano di avere qualcosa da dire. E le semplificazioni non riguardano solo il tentativo più o meno inutile di indovinare l’esito del Conclave, o come andranno le cose. Ma anche pensare che ci siano due gruppi, progressisti e conservatori”. In realtà il Conclave, spiega Melloni, “è fatto a grappoli, di gruppi di voti che sommandosi arrivano dopo un po’ di tempo ai due terzi” necessari per l’elezione del Pontefice. Il Papa, sottolinea peraltro lo storico, “non lo sceglie lo Spirito Santo, ma i cardinali”.
Poi c’è la questione della divisione all’interno della Chiesa. “Anche questa è una semplificazione- sottolinea Melloni- la Chiesa è divisa in modo normale, come è sempre stato: è una questione di sensibilità e di priorità”. Per questo i cardinali cercano un Papa che sia appunto in grado il più possibile di “tenere unita la Chiesa”, afferma lo storico, secondo cui c’è un altro tipo di divisione “che mi sembra più grave”. E cioè un “interesse molto forte della politica ultraconservatrice nei confronti della Chiesa. Oggi c’è un movimento evangelicale che divide le chiese in maniera orizzontale e questo per il Papato è difficile da accettare”.
All’interno del collegio cardinalizio, prosegue poi la sua analisi Melloni, “c’è una parte degli elettori che ha dei rimproveri da fare a Francesco”. Papa Bergoglio, spiega lo storico, “ha avuto due lati: uno dal pulpito, che conosciamo, molto dolce e seducente; e uno di governo, molto imperioso”. E questo a un gruppo di cardinali “non è piaciuto”, per questo alcuni cercano un Papa che “rispetti di più le differenze dentro al collegio cardinalizio”. Ci sono poi gruppi di porporati secondo cui invece “alcune scelte di Francesco sono irreversibili- afferma ancora Melloni- come la sinodalità e il ‘cessate il fuoco’ sulla sfera sessuale. Per alcuni sono cose a cui non si può rinunciare”.A questo si aggiungono le “questioni politiche”, come ad esempio l’accordo con la Repubblica cinese, che “per alcuni è stato un cedimento insopportabile”. Infine, ci sono anche “due o tre problemi che Francesco non ha risolto”, come quelli che riguardano il ministero in futuro.
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