ROMA – Le prime parole del nuovo Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, sono accolte con un lungo applauso dai fedeli arrivati in piazza San Pietro per salutare il nuovo Pontefice. Migliaia di telefoni puntati sul nuovo capo della Chiesa che si affaccia intorno alle 19.25 di questo giovedì 8 maggio 2025. Saluta con la mano.
“Grazie a Papa Francesco”, dice poco dopo Leone XIV, che quando pronuncia qualche frase in spagnolo riceve un nuovo applauso dalla piazza, dove da ieri arrivano pellegrini, fedeli, turisti e curiosi. Alla terza fumata è arrivato l’habemus papam, altro momento solenne di questo pomeriggio appena passato, ma già storico. In pochi hanno compreso immediatamente il nome del cardinale eletto, nonostante fosse tra i più gettonati.
E però il successore di Pietro c’è, e allora”‘Viva il Papa” dice un gruppo di giovani subito prima di cercare su Google l’unica cosa che hanno capito: Robert. Piano piano ricostruiscono.
Il suo discorso viene ascoltato in silenzio, la sua benedizione scende sulla piazza insieme alla tensione dell’attesa. I fedeli lo salutano con le mani. Il Papa rientra. Lo spaesamento iniziale lascia spazio alla certezza di avere di nuovo una guida. Anche se non è italiana. “Sono contentissimo, ma sono rimasto male perché speravo in un Papa italiano”, dice Nicola. “Ma va bene, ci insegna che non ci sono confini nel mondo. Non lo conoscevamo”. Lui è a San Pietro con Francesca Miriam. “Siamo venuti anche ieri- dicono- e oggi siamo scappati dal lavoro per esserci”.
Anche suor Maria Pia è “contentissima”. Ma lei lo è “sempre”. Perché “non è il Collegio dei cardinali che elegge il Papa, ma lo spirito santo. E infatti gli ultimi Papi sono tutti santi. E questo nuovo Pontefice sarà un bravo ‘Leone’, coraggioso, leale e testimone della fede”. Una “bella sorpresa” anche per Luciana, che però dice: “Non me lo aspettavo.
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Così anche il nome, che mi fa pensare che nonostante Francesco abbia segnato un percorso innovativo, questo nome è decisamente più tradizionale, sa un po’ di passato. Ma sono fiduciosa. Se vuole seguire le orme di Leone XIII sarà un grande Papa. E poi è un agostiniano, come Santa Rita”.
Vicino a lei c’è Gianni, che da 50 anni vive a un passo da San Pietro. “Da Giovanni XXIII le elezioni le ho viste tutte, ci sono abituato e penso che un Papa si debba giudicare dopo. Di certo, però, ha una grossa responsabilità a livello mondiale”. Anche Micaela, Federica e Marco pensavano che il nuovo Papa sarebbe stato italiano.
“Ce n’erano tre papabili! Ci ha colto di sorpresa, ma ha la faccia simpatica e ha fatto un bel discorso sulla pace. Che è agostiniano mi ha colpito molto”, dice Micaela. E Marco cerca di ricostruire la figura di Robert Francis Prevost.
“Ma è quello che diceva Trump? Non a caso si è vestito Papa allora. Aveva capito tutto”, dice. Leopoldo è spagnolo ma studia a Roma. “Per me è stata prima una sorpresa- dice- mi ha colpito molto quando è stato annunciato il nome e nella piazza c’è stato silenzio, non una grande acclamazione. Però dopo aver sentito le sue parole penso che sia stato bravissimo. All’inizio ho sentito che non mi piaceva, ma poi è tornato il sentimento”. Suor Claudia, accanto a lui, ha amato le parole del nuovo Papa: “È stato bello che abbia nominato Francesco, quasi a porsi in continuità. È stato bello quando ha detto ‘Dio vi vuole bene’. Ne abbiamo bisogno tutti. Ci stavamo chiedendo perché abbia scelto Leone XIV, è stato spiazzante ma questo mi fa credere ancora di più alla potenza dello spirito santo perché arriva oltre l’immaginazione”. Le cerimonie solenni sono finite, le luci iniziano a illuminare la Basilica di San Pietro. La piazza un po’ alla volta si svuota. Un gruppo di giovanissimi, però, fa partire cori da tifoseria: ‘Papa Leone, Papa Leone!’.
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