ROMA – “L’uomo più ricco del mondo che uccide i bambini più poveri del mondo non è una bella immagine”, ha detto Bill Gates mentre regalava al New York Times il titolo della sua intervista nella quale annunciava che donerà 200 miliardi dollari – ovvero il 99% di tutto il suo patrimonio – alla sua fondazione benefica. “Non voglio morire ricco”, ha detto.
Ma c’è un altro passaggio dell’intervista molto gustoso giornalisticamente, che dice di Musk e in generale dell’amministrazione Trump molto più di mille altre polemiche. Nel tagliare con l’accetta i fondi all’agenzia statunitense per gli aiuti umanitari (UsAid) con il suo Doge Musk, ha detto Gates, ha cancellato i finanziamenti a un ospedale nella provincia di Gaza, in Mozambico. E l’ha fatto perché era convinto che si trattasse dell’altra Gaza, quella martoriata dalla guerra con Israele in Medio Oriente. Pensava, Musk, che con quei soldi l’UsAid stesse fornendo preservativi ad Hamas.
“Bisogna andare in Africa e visitare un reparto di terapia antimalarica nel pieno della stagione malarica per capire – dice Gates nell’intervista – Oppure bisogna vedere bambini con problemi di sviluppo. Quando tagliano queste cose, la gente non se ne accorge. Musk agisce nell’ignoranza. Andranno a incontrare quei bambini che hanno contratto l’HIV perché quei fondi sono stati tagliati? Probabilmente no”.
Economia – Tesla, crollano i profitti ma Musk annuncia un disimpegno dalla politica e il titolo recupera in borsa Mondo – Aiuti umanitari in crisi, il World Food Programme ridurrà il personale del 30%. Tagli anche all’Unhcr e all’Unicef Gates taccia Musk di “agire per ignoranza“, sottolineando che la mannaia sull’agenzia, che secondo l’imprenditore sudafricano era “l’ora di far morire”, ha avuto conseguenze tragiche per la crisi umanitaria in corso. Sono rimaste nei magazzini quantità enormi di cibo e farmaci che avrebbero potuto salvare vite, col rischio che in molte parti del mondo ritornino malattie come il morbillo, l’Aids e la poliomelite.
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