ROMA – Si aggrava la situazione del conflitto tra India e Pakistan. Dopo l’ultima aggressione indiana, Islamabad ha fatto sapere di aver preso di mira le basi aeree nemiche da cui sono partiti i missili che hanno colpito il Paese. Inoltre, dopo una serie di raid indiani, il Pakistan ha optato per la chiusura dello spazio aereo nazionale, per 24 ore, fino alle nove di domenica mattina.
Sul fronte indiano invece, la polizia del Kashmir, ha fatto sapere che questa mattina, cinque persone sono morte a seguito degli attacchi pachistani nella regione indiana di Jammu.
Ad una tv locale, il ministro degli Esteri pakistano ha affermato che se l’India smetterà di attaccare, lo farà anche Islamabad: “Se c’è un briciolo di sanità mentale, l’India si fermerà e se si fermeranno, così faremo”, ha detto.
LA MEDIAZIONE DEGLI STATI UNITI
Il botta e risposta tra India e Pakistan, in una sorta di ‘occhio per occhio’, sta preoccupando la comunità internazionale. Secondo la Cnn, Marco Rubio ha offerto la mediazione degli Stati Uniti nell’escalation del conflitto. Il segretario di Stato americano ha parlato con il ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar e quello pakistano Ishaq Dar in incontri separati separati, durante i quali “ha sottolineato che entrambe le parti devono trovare metodi per ridurre e ristabilire la comunicazione diretta per evitare errori di calcolo”.
LA PREOCCUPAZIONE DELLA CINA
Forte preoccupazione, per il conflitto tra le due potenze nucleari, è stata espressa anche dalla Cina che ha promesso di svolgere un ruolo costruttivo nella de-escalation. “Esortiamo con forza entrambe le parti a dare priorità all’interesse più ampio della pace e della stabilità, a rimanere calmi e moderati e a tornare sulla via della risoluzione politica attraverso mezzi pacifici”, ha affermato un portavoce del ministero degli Esteri cinese. Dello stesso parere anche il G7 che ha rivolto un appello urgente a entrambi i Paesi affinché esercitino “massima moderazione”.
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