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Roma

Pulcherrima, la villa imperiale di Traiano

CIVITAVECCHIA – Pulcherrima, ossia bellissima in latino. E doveva esserlo davvero la villa imperiale che, tra rovi e cespugli, affiora oggi nella parte alta di via Terme di Traiano. In parte ancora sotterrata, in parte restituita alla vista, Villa Belvedere — identificata da molti studiosi come la celebre Villa Pulcherrima, residenza di Traiano — ha riaperto le sue porte al pubblico per la terza volta grazie a un’apertura straordinaria promossa dalla Soprintendenza Archeologica e dal Gruppo Archeologico Romano, sezione Ulpia; iniziativa di successo considerate le tantissime persone che si sono iscritte per partecipare. Ad accompagnare i visitatori lungo il percorso tra le rovine, l’archeologa Sara Panico, che con passione ha saputo evocare l’atmosfera della Roma imperiale, tra aneddoti, riferimenti letterari e spunti tecnico-architettonici. Ad accogliere il pubblico anche l’imperatore Traiano affiancato dal suo celebre architetto Apollodoro di Damasco, intento a discutere, quasi teatralmente, la costruzione della villa. L’area, di proprietà privata e affidata in custodia al Gruppo Archeologico Romano che dal 2019 ne cura la manutenzione, pare si possa estendere per oltre 7.000 metri quadrati, arrivando a ridosso dell’ospedale, anche se solo una piccola parte è attualmente visibile. Il resto resta sepolto sotto terra e sotto le ville moderne sorte nel corso degli anni. I bolli laterizi rinvenuti sul posto attestano la presenza di officine femminili attive già al tempo di Traiano, un dettaglio che arricchisce ulteriormente il quadro storico. Alcuni ambienti della pars privata risultano restaurati già negli anni ’90. La villa, affacciata strategicamente sulla costa, pare sorgesse proprio per permettere all’imperatore di sorvegliare i lavori del porto di Centumcellae, suo grande progetto infrastrutturale. Un’analogia interessante è stata proposta con la villa di Arcinazzo Romano, anch’essa disposta su più terrazze, forse simili a quelle di Civitavecchia. Tra i dettagli più affascinanti, l’individuazione di un heliocaminus, una sala riscaldata forse alimentata dalle acque termali della vicina Ficoncella. «Crea stupore! Rendi il mio nome imperituro», avrebbe detto Traiano al suo architetto. E a distanza di quasi duemila anni, la Pulcherrima può davvero incantare.

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