ROMA – Aiutare in Ucraina un numero sempre maggiore di bambini, che altrimenti non riceverebbero cure essenziali né riabilitazione psico-fisica, restando nel limbo dell’attesa, con tutti i rischi correlati. E’ l’impegno della Fondazione Soleterre, che annuncia il progetto ‘Rafforzamento della riabilitazione pediatrica in 8 ospedali pediatrici in Ucraina’, che gode del sostegno di Unicef Ucraina e il finanziamento del Governo della Norvegia. Soleterre da 20 anni lavora al fianco dei bambini e non li ha lasciati neanche con lo scoppio della guerra, nel 2022. A marzo 2025, secondo le Nazioni Unite, il bilancio dei bambini feriti ha raggiunto quota 1.950 bambini e 718 quelli uccisi. La situazione non sembra migliorare: il mese di aprile è stato il più difficile in tre anni di conflitto, con 19 bambini uccisi e altri 78 feriti, in seguito ad attacchi in tutta l’Ucraina.
IN TEMPO DI GUERRA LA RIABILITAZIONE È UN BISOGNO CRUCIALE E CRESCENTE
“Bambine e bambini ucraini, come tutta la popolazione, sono fortemente traumatizzati” riferisce Gioele Scavuzzo, capomissione Soleterre in Ucraina, all’agenzia Dire. “Il trauma- continua il capomissione- diventa quasi perenne, dopo oltre tre anni di esposizione al contesto bellico fatto di paura ma soprattutto esplosioni, missili che arrivano, persone care che muoiono anche a causa di attacchi alle abitazioni civili, come sta succedendo in questo periodo nella capitale”. Ferite invisibili che “sono molto difficili da trattare in modo opportuno e questa è una delle caratteristiche più invasive per i minori, dal punto di vista psicologico”. Per questo, in tempo di guerra, la riabilitazione diventa un bisogno cruciale e crescente. Lo sa bene Soleterre che fornisce riabilitazione pediatrica a 500 bambini ogni mese. Scavuzzo continua: “Abbiano osservato come, negli ospedali pediatrici, arrivino sempre più bambini con amputazioni o ferite grandi e serie causate da armi potenti come mine antipersona, missili, proiettili, macerie cadute dagli edifici bombardati”. Si tratta di lacerazioni o disabilità neuro-motorie. Così, “il bambino che fino al momento dell’incidente stava bene al 100%, tutt’a un tratto diventa un disabile” avverte l’esperto.
OTTO OSPEDALI PEDIATRICI RICEVERANNO “MASTER TRAINERS”
Grazie al nuovo progetto ora in partenza con Unicef e il governo norvegese, otto ospedali pediatrici riceveranno “master trainers” provenienti da due centri d’eccellenza, l’ospedale Okhmatdyt di Kiev e il St. Nicholas di Leopoli. A loro il compito di trasmettere le competenze acquisite anche attraverso sessioni formative realizzate nel 2024 in strutture sanitarie italiane, agli staff di otto ospedali che si trovano in città vicino alla linea del fronte: Odessa, Mykolayiv, Dnipro, Zaporizhzhia, Kharkiv, Sumy e Chernihiv.Scavuzzo continua: “E’ fondamentale avere a disposizione personale medico-sanitario qualificato a trattare traumi complessi legati alla guerra, che sono diversi dai traumi causati da incidenti domestici o stradali”. Professionisti, tra cui fisiatri, fisioterapisti, terapisti e logopedisti a cui “bisogna mettere anche a disposizione equipaggiamenti di qualità, per supportare e integrare una riabilitazione corretta”.
CURE IMMEDIATE E INTERVENTI DI RIABILITAZIONE COSTANTI, NUMEROSI E FREQUENTI
Per reagire a una quotidianità sconvolta, bisogna infatti rispondere “con cure immediate e poi interventi di riabilitazione costanti, numerosi e frequenti affinché non si registrino complicazioni bensì progressi, e che tali progressi non vadano perduti”. Ciò implica anche “creare spazi opportuni”. Ad esempio, Soleterre ha sostenuto l’apertura, della piscina per la riabilitazione presso l’ospedale St. Nicolas di Leopoli.Ma il lavoro di Soleterre non finisce qui. “Da 20 anni- informa il capomissione- lavoriamo al fianco dei bambini affetti da cancro non solo per acquisto e accesso a farmaci e cure, ma anche garantendo ai partner locali l’accoglienza per le famiglie che arrivano da lontano, anche da località prossime alla linea del fronte, dove non ci sono strutture adeguate”. Soleterre collabora ad esempio con l’Istituto nazionale oncologico di Kiev, dove “possiamo garantire ospitalità a costo zero in strutture vicine all’ospedale pediatrico, senza oneri di viaggio, alloggio e parzialmente anche di vitto, cosicché i genitori possano concentrarsi completamente sul bambino. Al tempo stesso, anche loro ricevono supporto psicologico”.
CI SONO TANTE STORIE A LIETO FINE
Così, Scavuzzo ricorda le tante storie a lieto fine, tra cui quella di una bambina “guarita completamente dal tumore”. La piccola era già affetta dal cancro quando fu costretta a fuggire coi genitori da Kramatosk, dopo l’aggressione delle truppe russe: “Lo stress e la paura hanno fatto peggiorare drasticamente le sue condizioni, le cure non l’aiutavano più, e presto non sono più state reperibili”. Per un bambino, sospendere le cure oncologiche può essere potenzialmente mortale. Continua Scavuzzo: “Per fortuna è stata presa in carico dall”Istituto oncologico pediatrico di Kiev ha trovato accoglienza presso la nostra struttura”. Dopo tanto impegno e lavoro, “anche dal punto di vista psicologico, la bambina è riuscita a guarire, e ha lasciato in salute la struttura, salutata da una piccola cerimonia molto commovente”. Momenti di gioia di cui le famiglie sono grate, consapevoli che “senza le organizzazioni internazionali come la nostra, non troverebbero cure e supporto di qualità”.
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