BOLOGNA – La petizione lanciata a Faenza per chiedere opere di protezione dall’acqua nel bacino del fiumi Lamone e Marzeno, “la più grande lanciata post-alluvione”, ha raggiunto 19.036 firme che il 16 maggio saranno consegnate in Regione Emilia-Romagna, per la sicurezza. Lo annuncia il Comitato Borgo alluvionato, che da mesi porta avanti l’iniziativa con il motto (e manifesto) ‘Alluvionati arrabbiati’. Il comitato ha ottenuto l’adesione di altri Comitati alluvionati faentini e romagnoli, di aziende, associazioni, bar, farmacie e così le firme raccolte sono diventate migliaia e migliaia. E l’appello, dicono gli organizzatori, “è andato oltre le aspettative, a testimonianza di un diffuso stato di insicurezza ancora presente, dopo le molteplici alluvioni del 2023 e del 2024 che hanno smentito una volta per tutte, la ricorrenza cinquecentenaria comunicata a più riprese in pubblico nei giorni successivi alla prima alluvione”. Le firme verranno consegnate dunque il 16 maggio a Regione, Autorità di Bacino del fiume Po e commissario straordinario alla Ricostruzione Fabrizio Curcio, che, fa sapere il comitato, “hanno già dato la disponibilità formale ad accogliere una delegazione di Alluvionati arrabbiati in rappresentanza di tutti i cittadini e comitati che hanno aderito alla raccolta firme”.
Tra le richieste, ricordano i comitati, la costruzione delle casse di espansione “già previste in uno studio pubblicato nel 2010 dal Armando Brath per mitigare le piene che scendono a valle”. Perché “riducendo la massa di acqua, fango, detriti, il beneficio si estende a tutta la pianura fino a Ravenna”. La seconda richiesta riguarda la previsione di aree agricole allagabili “da attivare subito per essere pronti, in caso di necessità”, indennizzando i proprietari. Questo “per evitare che sia il fiume a decidere dove esondare, mettendo a rischio come successo più volte in pochi anni, quartieri e paesi densamente abitati”. I comitati chiedono poi il monitoraggio e la manutenzione ordinaria e straordinaria dei fiumi “per intervenire tempestivamente dove si ravvisano situazioni di potenziale pericolo come per esempio dislivelli arginali fra una sponda e l’altra, erosioni arginali evidenti, crepe segnalatrici di possibili rotture e altro che possa arrecare danno alle persone o alle cose”. Le persone che chiedono sicurezza, sottolineano infine i comitati, “in realtà, sono molto più numerose dei firmatari che si sono recati ai banchetti”.
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