ROMA – La scena ricorda vagamente “Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue”: il capo avanti – Trump – e dietro, al seguito, una sfilata pressoché inedita di tutti i più importanti Ceo americani. Tutti a pranzo a Riad ospiti dei reali Sauditi per procacciarsi nuovi affari per un valore collettivo che il New York Times ha calcolato in “mille miliardi di dollari”. Così, a spanne. Una caccia al tesoro arabo.
La lista è lunga e dice molto, forse tutto, sulla vera natura di questa spedizione finto-diplomatica intrapresa dal Presidente degli Stati Uniti. Il gotha dirigenziale delle maggiori aziende tecnologiche, banche, associazioni di consumatori e altri settori, inclusi i rappresentanti di quattro delle 10 più ricche aziende statunitensi per valore di mercato.
Elon Musk, amministratore delegato di Tesla e SpaceX Stephen A. Schwarzman, amministratore delegato del Blackstone Group Larry Fink, amministratore delegato di BlackRock Arvind Krishna, presidente e amministratore delegato di IBM Jane Fraser, amministratore delegato di Citigroup Kelly Ortberg, amministratore delegato di Boeing Ruth Porat, responsabile degli investimenti di Google Andy Jassy, amministratore delegato di Amazon Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI Jensen Huang, amministratore delegato di Nvidia Alex Karp, amministratore delegato di Palantir Jeff Miller, amministratore delegato di Halliburton Travis Kalanick, ex amministratore delegato di Uber e fondatore di Cloud Kitchens Kathy Warden, amministratore delegato di Northrop Grumman James Quincey, amministratore delegato della Coca-Cola Dara Khosrowshahi, amministratore delegato di Uber Francis Suarez, sindaco di Miami Reid Hoffman, presidente esecutivo di LinkedIn Gianni Infantino, presidente della FIFA Patrick Soon-Shiong, presidente esecutivo di Immunity Bio e proprietario del Los Angeles Times.
Gli accordi di pace, le guerre, le tensioni internazionali, sono uno sfondo. Una quinta di un altro spettacolo.
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