«L’annuncio del ministro Pichetto-Fratin sul superamento del deposito unico poteva portare a un rilassamento perché la partita sembrava chiusa: invece si è compreso che era ancora più importante manifestare a Corchiano». A tirare le somme della marcia su Corchiano contro il Deposito nazionale di scorie nucleari è il presidente del Biodistretto della Via Amerina, Famiano Crucianelli, uno dei leader di Tuscia in Movimento. Le circa 4 mila persone di Corchiano hanno lasciato il segno ma, ancora di più, la trasversalità politica, sociale e civica che ha partecipato ai 2,2 chilometri di mobilitazione di Corchiano tra slogan, striscioni e cori con tanto di fischietti. «Le circa 4 mila persone sono i dati della Questura – dice Famiano Crucianelli – ma l’aspetto positivo non è solo l’ampiezza. Le parole del ministro avrebbero potuto provocare fratture nel movimento e tutto ciò non solo non è accaduto ma è stata tenuta insieme una straordinaria diversità che è culturale, politica, sociale e le differenze sono state trasformate in ricchezza. C’era tutto il mondo in una giornata posta in un periodo in cui ci sono feste e cerimonie come matrimoni e comunioni: erano presenti in forma unitaria sindaci, consiglieri regionali, associazioni ed esponenti anche della Curia». «Oltre ad apprezzare le parole del ministro – continua Crucianelli – siamo vigili e lo ha detto chiaramente tutto il popolo che era in piazza: è evidente che il tratto di strada che separa una dichiarazione in un convegno dalla legge non è né brevissimo e né privo di ostacoli. Siamo molto attenti al fatto che ci sia una coerenza fra le dichiarazioni di Pichetto-Fratin e la modifica radicale della legge che bisognerà fare. Ed è in questo senso che abbiamo chiesto di lasciare in piedi le mobilitazioni e di prepararsi o a una grande festa o a una grande mobilitazione, stavolta a Viterbo». Sono queste, in sintesi, le conclusioni che Crucianelli dà al senso della manifestazione di Corchiano che è stata unanimemente considerata un successo. «Serve iniziare a capire chiaramente – continua Crucianelli – dove finiranno le scorie: non vorremmo che ciò che esce dalla porta oggi dovesse rientrare dalla finestra domani. Per noi le scorie sono fuori dalla Tuscia per l’incompatibilità di questo territorio con le centrali nucleari e con depositi di rifiuti nucleari». Il presidente del Biodistretto poi parla chiaro alla politica. «Voglio dare fiducia al governo – aggiunge Crucianelli – e a quel mondo politico che, in questi giorni, ha dato il suo sostegno pieno alle misure del ministro che farebbe fermare lontano da noi il treno delle scorie. Noi abbiamo il patrimonio che è dato dall’unità e dall’identità della Tuscia e da questo tessuto straordinario che si è costruito nel corso di tre anni e lo vogliano lanciare come ponte verso il futuro». Roma sarà il prossimo step del lavoro di Tuscia in Movimento perché «ci sono due mozioni nel consiglio comunale capitolino che hanno ripreso le nostre tesi e compreso il legame stretto tra le nostre falde acquifere, il Tevere e la città di Roma. L’inquinamento radioattivo potrebbe partire da noi, inquinare il nostro territorio e arrivare a Roma. Le mozioni dicono chiaramente che le scorie devono stare fuori dalla Tuscia: questo permetterà di affrontare il rapporto tra la città e le campagne. Il nostro movimento ha affrontato grandi questioni strategiche di natura sociale, economica e storica». Questo perché «quando noi contestiamo il fatto che in una parte del nostro Paese, il Centro-Nord, si debba produrre e distribuire la ricchezza, mentre nel Centro-Sud si fanno le discariche, stiamo ponendo concretamente una questione che da decenni è nel dibattito nazionale». Quindi una particolarità molto significativa. «Negli interventi finali che ci sono stati – conclude Crucianelli – in quel delicato settore che è l’agricoltura, abbiamo fatto parlare insieme imprenditori, produttori e braccianti agricoli: con una serie d’incontri abbiamo realizzato l’unità almeno su questo punto fondamentale. Rispetto al 25 febbraio abbiamo costruito l’evento di Corchiano in mesi e mesi e coagulato tutto il movimento». |