BOLOGNA – Altri tre anni: il Comune di Bologna conta di concludere nel 2028 i lavori di messa in sicurezza e poi di restauro della torre Garisenda. Lo comunica il sindaco, Matteo Lepore, presentando in conferenza stampa il progetto esecutivo per la messa in sicurezza della struttura.”Pensiamo che dall’inizio del 2028 al 2028 inoltrato potremo aver finito tutte le operazioni. Da quando siamo partiti, cioè dal primo allarme- dichiara il primo cittadino- se saremo stati bravi saranno passati quattro anni e mezzo: la metà del tempo che è stato impiegato per mettere in sicurezza la torre di Pisa”.
Nel frattempo il cantiere, che dall’ottobre del 2023 sta comportando la chiusura di via San Vitale, “dovrà rimanere tale- aggiunge Lepore- fino a che non avremo ultimato la messa in sicurezza e il restauro. Valuteremo in corso d’opera quando sarà possibile riaprire le visite alla torre degli Asinelli, dobbiamo prima fare il monitoraggio”.
LEPORE: “ORA RAPIDA RISPOSTA DA SOPRINTENDENZA”
Il Comune di Bologna ha chiuso il progetto per la messa in sicurezza della torre Garisenda e “siamo arrivati a questo risultato un anno dopo e mezzo l’allarme che abbiamo ricevuto dai nostri sensori. Oggi consegniamo in Sovrintendenza questa proposta e aspettiamo il prima possibile una risposta”, afferma in conferenza stampa il sindaco Matteo Lepore.Con gli organi della Soprintendenza sia locali che nazionali c’è stata “fino ad ora massima collaborazione e i tempi sono stati celeri. È una cosa che stiamo realizzando assieme. Certo è un progetto molto complesso- continua Lepore- ma passo passo abbiamo informato sia Bologna che Roma, quindi confidiamo che i tempi ci permettano di rispettare i tempi di marcia presentati”: ovvero completare il restauro definitivo della torre nel 2028. Intanto, gli interventi effettuati finora in somma urgenza hanno “permesso di stabilizzare meglio la torre, abbiamo queste risultanze dai sensori. Anche i pali che sono stati inseriti hanno permesso di ridurre il tasso di rischio e questo è stato un risultato molto importante”, rimarca il sindaco. Certo, “stiamo parlando della messa in sicurezza di un bene monumentale che ha più di 900 anni, i rischi ci sono in ogni momento, il nostro lavoro mese per mese- continua il sindaco- è ridurre questo tasso di rischio. Ci stiamo riuscendo, i sensori ci stanno dicendo che in questo momento la torre è in una situazione di stabilità maggiore rispetto agli allarmi di un anno e mezzo fa”. Ora si passa ad un’altra fase e “sarà molto importante il momento in cui toccheremo la torre. Un momento decisivo, di grande delicatezza e pathos per la città- lo immagina Lepore- ma siamo confidenti”. Nel frattempo, “voglio ringraziare tutto il Comitato scientifico, i tecnici e progettisti perchè sono tra i migliori al mondo e ci stanno permettendo di salvare il nostro simbolo più importante”, conclude il primo cittadino.
Passando al progetto, questo si articola in due macro attività. La prima riguarda la “rimozione dello stato di pericolo” per permettere le attività sulla torre e nelle sue vicinanze: questo avverrà vincolando la struttura agli ormai due tralicci già utilizzati sulla torre di Pisa. La seconda consisterà poi nel consolidamento del tronco di base tramite iniezioni di una malta speciale. “Nell’evoluzione del progetto da definitivo ad esecutivo- spiega l’amministrazione- si è tenuto conto delle valutazioni date dall’interpretazione dei dati dell’ultimo anno di monitoraggio, adeguando le fasi esecutive in base alla maggiore conoscenza, studiando nel dettaglio le modalità di esecuzione di tutti gli interventi”. Dunque ora il progetto esecutivo, per la parte relativa al finanziamento con fondi Pnrr da concludere nel 2026, prevede che nel corso dell’attività di “ristilatura” del fusto della torre (cioè la sigillazione dei corsi di malta tra mattone e mattone) avverrà contestualmente anche l’installazione di un sistema di cinture in fasce di poliestere: in questo modo la provvisoria azione di tiro esercitata dai tralicci potrà essere frazionata, in modo da consentire una prima fase di questa operazione e anticipare l’attività connessa alle prove di iniezione. Dopo la prima fase di tiro ridotto, tramite la strumentazione e il confronto con i modelli matematici predisposti dai progettisti si riceverà conferma della correttezza della modalità operativa impostata e si procederà con la seconda fase di tiro, oppure si apporteranno le necessarie modifiche.
Il progetto esecutivo, quindi, prevede questa sequenza di attività: ristilatura dei giunti fino alla quota di applicazione del tiro; messa in opera dei tralicci di tiro; applicazione di un leggero sforzo di trazione; realizzazione di un campo prove di iniezioni nel tronco di base; adeguato intervallo di monitoraggio. A seguire si potrà procedere con il completamento del consolidamento del tronco di base tramite le iniezioni di malta su tutti i lati della torre.Le lavorazioni di questa seconda fase, segnala l’amministrazione, prevedono l’implementazione delle forze di trazione e l’estensione delle iniezioni a tutto il tronco di base. Un ulteriore monitoraggio permetterà di valutare la necessità di ulteriori interventi sulla parte in elevazione e sull’apparato delle fondamenta. È a questo che si arriverà, dunque, al termine di una complessa catena di interventi di cui si è cominciato ad avere un assaggio proprio ieri: nell’area di cantiere, infatti, è cominciata la rimozione dei basoli propedeutica alla messa in opera dei tralicci delle macchine da tiro. Questa fase occuperà i mesi restanti del 2025, poi a gennaio del 2026 è previsto il vero e proprio aggancio dei maxi-cavalletti pisani alla Garisenda.
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