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Nuove generazioni protagoniste, anche al referendum


ROMA – Si è aperto sulle note di canzoni sia arabe che italiane ‘Protagonisti – Le nuove generazioni si raccontano’, nona edizione del seminario che il Coordinamento nazionale nuove generazioni (Conngi) ha organizzato a Napoli dall’8 al 9 maggio, insieme a Dedalus cooperativa sociale e Officine Gomitoli e in collaborazione con il ministero del Lavoro e delle politiche sociali. L’esibizione che ha inaugurato la due giorni è stata della cantautrice di 15 anni Alia Mejri. “Ha intonato una canzone di Pino Daniele, in omaggio a Napoli, e poi ‘Bella Ciao’, ma anche canzoni in lingua araba che hanno dato da subito il senso di questa edizione”, sottolinea in un’intervista con l’agenzia Dire Nora Ghazaoui, presidente del Conngi, “ossia l’arte come ponte, perché Mejri, nata a Napoli da genitori tunisini, ha mostrato con un mezzo immediato come la musica, l’incontro tra due culture, un elemento che ha saputo impreziosire il suo grande talento”.

DIRITTI E OPPORTUNITÀ ANCHE ATTRAVERSO IL RICONOSCIMENTO DELLA CITTADINANZA

L’edizione 2025 di Protagonisti, che vuole creare spazi di racconto e autoracconto per le nuove generazioni, ha visto oltre 200 partecipanti ed è stata dedicata al tema dell’arte come ponte tra culture e società, ma anche “come strumento educativo, per raggiungere un cambiamento comune senza dover usare per forza le parole” aggiunge Ghazoui. Il Coordinamento è un organismo riconosciuto dal ministero del Lavoro e coinvolge 60 organizzazioni e associazioni del Terzo settore, che spaziano dall’integrazione dei migranti di primo arrivo, fino a realtà che si occupano di promuovere i talenti dei giovani ma, soprattutto, di dargli voce. Ragazze e ragazzi nati e/o cresciuti nel nostro Paese, che portano talenti, idee, sogni e progetti nella società, e chiedono quindi diritti e opportunità anche attraverso il riconoscimento della cittadinanza. Conngi non a caso è tra le realtà della società civile che hanno permesso di raccogliere 600mila firme – centomila in più di quelle richieste per legge – per indire un referendum che permetta di semplificare la legge sulla cittadinanza, di cui potrebbero beneficiare circa 2 milioni di “italiani senza cittadinanza”.

APPUNTAMENTO L’8 E IL 9 GIUGNO, INSIEME AD ALTRI 4 QUESITI REFERENDARI

Appuntamento alle urne l’8 e il 9 giugno prossimi, insieme ad altri quattro quesiti referendari. L’obiettivo: la modifica della legge del 1992, che riduce da dieci a cinque anni gli anni di residenza legale in Italia necessari a fare richiesta. Spiega la responsabile del Coordinamento: “Vorremmo che le persone riuscissero a specchiarsi nella società di oggi vedendola per quello che è: una società che è già cambiata, in cui le nuove generazioni sono già parte del tessuto sociale. Purtroppo si fa fatica ad accettarlo e questo fa sì che persone che lavorano, studiano, costruiscono la famiglia, insomma vivono in Italia, non abbiano gli stessi diritti”. Emblematica in questo senso, per cambiare la mentalità comune, “la foto che abbiamo scattato a conclusione di Protagonisti”, ossia un gruppo grandissimo di ragazze ragazzi con tante origini diverse. Protagonisti quindi ha previsto vari panel e tavoli di confronto – con ospiti istituzionali, attivisti ma anche artisti – con al centro i temi dell’intercultura declinati al ruolo dell’arte, un “artivismo” quindi, come strumento di impegno civico, che sappia creare il diritto alla felicità, alla pace e per costruire strategie future di comunicazione e lavoro. “E’ importante che i giovani- continua la presidente di Conngi- abbiano la possibilità di far emergere identità multiple ed essere se stessi in un mondo che chiede spesso di stare da una parte o dall’altra: quante volte sentiamo porre la domanda ‘ti senti più italiano o del tuo paese di origine?'”.

MINARI: “SPESSO LE PERSONE NON SANNO CHE TANTI GIOVANI NON HANNO LA CITTADINANZA”

Tornando al tema del Referendum sulla cittadinanza che si terrà a giugno il Conngi, in collaborazione con la Coalizione italiana libertà e diritti civili (Cild), partner della rete, ha organizzato una serie di corsi di formazione su come comunicare il Referendum stesso a persone e realtà “fuori dalla bolla, che non conoscono il tema o non sanno come si vota”. Ne parla ancora con la Dire Marta Minari, segretaria generale del Coordinamento. “Con il Cild abbiamo organizzato un percorso – a cui hanno aderito realtà del terzo settore ma anche singoli cittadini, come i giornalisti – per rispondere a una sfida quantitativa – quella del Referendum – mantenendo però una comunicazione di qualità”. Questa è fatta “di comuni valori, un lessico chiaro e obiettivi chiari”. Minari evidenzia: “Spesso le persone non sanno che tanti giovani non hanno la cittadinanza, non si domandano se ce l’abbia il vicino di casa o l’amico che vedono tutti i giorni”. La comunicazione diventa quindi uno strumento fondamentale anche a ribadire che, secondo la segretaria generale, “non solo le associazioni del terzo denunciano e fanno proposte, ma sanno anche organizzarsi per seguire e sostenere tutto il percorso del cambiamento sociale che stanno chiedendo”.
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