BOLOGNA – Due vasetti di Fruttolo, un bric di estathè, la plastica della confezione del Fruttolo, un sacchetto di cereali, un piattino di plastica, della plastica di una confezione di biscotti, un frammento del tappeto del bagno e anche il sacchetto della pattumiera. Più una serie di tamponi che vennero fatti 18 anni fa: ai genitori di Chiara Poggi, ma anche ad esempio alle sorelle Stefania e Paola Cappa, cugine della vittima, su cui si è nuovamente concentrata l’attenzione mediatica in queste ultime settimane. Sono i reperti che la Procura di Pavia intende analizzare, a quasi vent’anni dall’omicidio di Garlasco, per capire se non ci sia qualche elemento che è stato tralasciato e se possano emergere tracce e indizi importanti che rimettano in discussione la verità giudiziaria fino a oggi accertata, quella della colpevolezza del solo Alberto Stasi, l’allora fidanzato di Chiara Poggi. A rivelare l’elenco dei reperti è il settimanale ‘Giallo’, che nel numero in edicola oggi dedica un ampio servizio alle nuove indagini sull’omicidio di Garlasco.
IL DNA DI SEMPIO
Le nuove indagini sul delitto del 2007 sono ripartite su istanza della difesa di Alberto Stasi, pressochè da subito unico indagato per la morte di Chiara Poggi (allora la sua fidanzata) e condannato in via definitiva per il delitto nel 2015. Sono stati i suoi consulenti a portare all’attenzione della Procura una perizia genetica che ha rilevato, anche grazie a tecnologia all’avanguardia, come il Dna ritrovato sotto le unghie di Chiara sia del tutto compatibile con quello di Andrea Sempio, un amico del fratello della vittima, Marco Poggi. L’uomo, che oggi ha 37 anni, a quel tempo frequentava la casa di Chiara. Venne in un primo tempo sospettato, al tempo, ma poi fu scagionato. Due mesi è stato iscritto nel registro degli indagati per varie ragioni, a partire da questa nuova perizia sul Dna ma non solo. In marzo gli è stato fatto un tampone salivare. Se per chiarire definitivamente la questione del Dna verrà fatto a breve un incidente probatorio disposto dalla Procura, ieri nel frattempo la casa di Sempio è stata perquisita (e anche quella di altri due amici dell’epoca, non indagati) e sono stati sequestrati telefoni e pc. Sempre ieri, poi, un sopralluogo in un canale di Tromello, vicino a Garlasco, ha fatto saltare fuori un martello (e altri oggetti), che potrebbe (chissà) essere l’arma del delitto, mai ritrovata fino a oggi.
IL VASETTO DI FRUTTOLO E LA FOTO AMBIGUA DI STEFANIA CAPPA
Su ‘Giallo’, sono elencati i “reperti” che gli inquirenti, a detta del settimanale, vogliono analizzare “in cerca di una nuova prova”: tra questi c’è anche il piccolo vasetto del ‘Fruttolo’ che era nella pattumiera di casa Poggi la mattina del delitto, il 13 agosto 2007. Chi lo avrà mangiato? Chiara o qualcuno che poteva essere con lei? Ed è proprio una strana scritta ‘Fruttolo’, comparsa su una strana foto postata come storia su Instagram da Stefania Cappa in tempi recenti, che ha fatto gridare all’indizio: l’immagine, pubblicata oggi da ‘Visto’, fa parte di una serie di elementi strani, sospetti, che gli inquirenti starebbero analizzando per chiarire (a distanza di così tanto tempo) se le due cugine della vittima abbiano detto la verità o se ci sia qualcosa che non torna. Nella foto, si vede un bambino accanto ad alcune biciclette in una rastrelliera, e c’è la scritta ‘Fruttolo’: il sospetto è che potesse essere un riferimento all’indagine.
I DUBBI SULLE ‘SORELLE K’
In riferimento alle gemelle Cappa – le due cugine che nel 2007 vennero ribattezzate ‘sorelle k’ per la loro propensione a essere intervistate e anche per il clamoroso fotomontaggio in cui accanto a loro compariva Chiara Poggi – ci sono diversi elementi che gli inquirenti starebbero prendendo (di nuovo) in considerazione. Alcune immagini finite sui social, appunto, ma anche 280 messaggi che Paola Cappa si è scambiata con un amico di Milano e in cui commentavano le indagini (“Mi sa che abbiamo incastrato Stasi” avrebbe scritto a un certo punto Paola) e poi le parole di un supertestimone (intervistato di recente anche alle ‘Iene’) che ha detto ai magistrati di aver visto Stefania buttare un sacco nel canale di Tromello la mattina del 13 agosto. E un altro testimone, nel 2007, disse di averla vista vicino a casa Poggi in bicicletta (ma poi ritrattò tutto).
L’ELENCO DEI REPERTI
Questo l’elenco di reperti pubblicato da ‘Giallo’, ci sono: i para adesivi sulle impronte di scarpe (sono i supporti su cui sono state raccolte le impronte digitali); un Estathè con cannuccia; plastica della confezione di Fruttolo; plastica vuota dei biscotti; sacchetto celeste della pattumiera; sacchetto di cereali; tampone orale di Chiara; frammento di tappeto del bagno; un piattino di plastica; due vaschette di Fruttolo; varie provette; il tampone vaginale; capelli nelle mani di Chiara; tamponi salivari di varie persone; tracce di sangue e Dna; tampone rettale di Chiara; tamponi dei Poggi e dei Cappa; tamponi di Alberto Stasi; muscolo addominale di Chiara; sacchetti di plastica.
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