BOLOGNA – Tra le persone a cui verrà prelevato un campione di Dna per le nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco c’è anche Marco Panzarasa, che all’epoca era un grande amico di Alberto Stasi, il fidanzato della 26enne che è stato condannato in via definitiva per il delitto. Ma chi è questo Marco Panzarasa? E come mai gli inquirenti vogliono anche il suo Dna per le comparazioni che verranno fatte rispetto alle tracce su alcuni reperti trovati in casa Poggi (alcune cose che erano nella spazzatura, un sacchetto di cereali, un altro di biscotti, un frammento di tappeto) che verranno analizzati nei prossimi mesi. Oggi Panzarasa è un avvocato e ha 42 anni. Al tempo, i rapporti tra lui e Stasi sembravano molto stretti, tanto che tra i due ci sarebbero state molte, moltissime telefonate. Anche 15 al giorno. E questo è uno dei motivi per cui, nelle prime settimane di indagine, lui fu lungamente ascoltato dagli inquirenti. Non solo. Nel luglio del 2007, poco prima dell’omicidio dunque, Panzarasa e Stasi andarono insieme a Londra per una vacanza studio. Tornano a Garlasco il 4 agosto, poco più di una settimana dopo Chiara verrà uccisa.
IL DNA SOTTO LE UNGHIE
Oltre a Panzarasa, verranno acquisiti i profili genetici di tre amici di Marco Poggi, fratello di Chiara: Alessandro Biasibetti, Roberto Freddi e Mattia Capra, questi ultimi due perquisiti martedì. Nessuno di loro è indagato, ma il loro Dna sarà confrontato con le tracce rinvenute nel 2007. Si tratta delle tracce trovate sotto le unghie di Chiara, ovvero due frammenti parziali di Dna maschile (cromosoma Y), mai attribuiti con certezza. Negli ultimi mesi, una perizia svolta dai consulenti della difesa di Stasi ha dimostrato che il Dna sarebbe perfettamente compatibile con quello di Andrea Sempio (indagato per omicidio da marzo), e su questo ha preso il via proprio oggi l’incidente probatorio in Tribunale a Pavia. La prossima udienza sarà il 17 giugno e poi una successiva il 24 ottobre.
L’AMICIZIA TRA PANZARASA E STASI
Panzarasa e Stasi si sono conosciuti da bambini e poi erano stati fianco a fianco sui banchi di scuola anche da grandi, al liceo scientifico Omodeo di Mortara. Dopo il liceo, Panzarasa aveva deciso di studiare Giurisprudenza (infatti è diventato avvocato), mentre Stasi si era iscritto alla facoltà di Economia all’Università Bocconi di Milano. Quando Chiara Poggi venne uccisa i due avevano 24 anni: Panzarasa aveva finito la laurea triennale, Stasi come è noto stava ultimando la tesi. I due, insieme, nel luglio 2007 fecero un viaggio a Londra per un soggiorno studio e lì vennero a un certo punto raggiunti anche da Chiara Poggi. Il giorno dell’omicidio, Panzarasa quel giorno era di ritorno da un fine settimana al mare in Liguria: è sul treno sulla via del ritorno quando, nel pomeriggio, viene chiamato da Stefani Cappa che gli racconta cosa è successo. Nel frattempo arriva a Garlasco e viene ascoltato dai Carabinieri alle 20 di sera. Poi di nuovo qualche giorno dopo. Partito poi per una vacanza in Spagna già pianificata, era stato ascoltato per diverse ore, cinque, quando era tornato a Garlasco.Dichiarò a verbale che a Londra aveva visto nel telefono di Stasi (per errore mentre Alberto scorreva la galleria in cerca di altre foto) alcune immagini intime di Chiara. Disse anche che Stasi lo aveva cercato, l’11 agosto, per chiedergli di portargli una cartolina di Londra che aveva lasciato in valigia. L’ultima volta che venne sentito ai Carabinieri raccontò che Stasi non rispose mai a tre sms che lui gli aveva mandato il giorno dopo il delitto e alcuni giorni più tardi per sapere come stava e proporgli un caffè. Dopo il delitto, i rapporti tra Panzarasa e Stasi si raffreddarono. È sempre stato schivo e non rilasciò mai dichiarazioni ai giornalisti, che pure lo cercavano e speravano di avere da lui informazioni su Stasi. Abitava in una villetta a Garlasco, distante appena 300 metri da via Pascoli, dove viveva Chiara Poggi.
IL COMPUTER DI STASI
Il Dna di Panzarasa, come ha spiegato l’avvocato della famiglia Poggi Gian Luigi Tizzoni, viene prelevato per escludere che la traccia sotto le unghie di Chiara non sia legata all’utilizzo che la ragazza fece del pc di Stasi la sera prima del delitto. Lei usò il computer di Alberto Stasi per circa 10 minuti, computer che veniva maneggiato anche da Panzarasa. E quindi gli inquirenti vogliono il suo Dna per escludere che il Dna in questione c’entri con questo. Si vuole “escludere eventualmente del Dna che possa essere attribuito a questo tipo di contatto”, ha spiegato Tizzoni, e per questo “si è deciso, a partire dai giudici, di inserire anche il nominativo di Panzarasa”.
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