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Garlasco, verrà prelevato il Dna delle sorelle Cappa. E di chiunque andasse a casa Poggi


BOLOGNA – Il Dna delle sorelle Cappa, cugine di Chiara Poggi, sarà prelevato nell’ambito delle nuove indagini sull’omicidio di Garlasco. E non solo il loro. Ma anche quello di altre persone, allora giovani e oggi quarantenni, che in quel periodo frequentavano la casa di Chiara Poggi, la 26enne uccisa la mattina del 13 agosto 2007. La Procura di Pavia, che nei mesi scorsi ha riaperto le indagini sull’omicidio, ora non vuole lasciare nulla di intentato. E ha deciso di prelevare il Dna di molte persone e poi confrontarlo con quello che potrebbe venire rilevato su una serie di reperti trovati in casa Poggi che verranno analizzati (o rianalizzati) dopo l’ok arrivato dal giudice. La decisione, emersa oggi nel corso della prima udienza per l’incidente probatorio relativo al Dna di Andrea Sempio, ha del clamoroso. Per il delitto è in carcere da anni Alberto Stasi, allora fidanzato di Chiara, pressochè fin dall’inizio unico indagato nella vicenda e condannato in via definitiva nel 2015. Per il suo avvocato, questa nuova indagine su Garlasco potrebbe “riscrivere la storia”.

ALBERTO STASI È INNOCENTE?

A diciotto anni dall’uccisione di Chiara Poggi, dunque, l’Italia si trova a chiedersi se sia stato veramente Alberto Stasi oppure no a uccidere la ragazza. Lui, dal canto suo, si è sempre definito innocente. E ora la sicurezza legata alla verità giudiziaria emersa nel processo sembra vacillare, messa in crisi da una nuova perizia genetica che ha riportato all’attenzione il Dna di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara ma anche da un (presunto) ‘super-testimone’ (scovato dalla trasmissione Le Iene) e da una serie di ‘voci’, chiacchiere e stranezze che ruotano attorno alla figura delle due cugine Cappa, Stefania e Paola, che nel 2007 erano due bellissime ragazze e avevano 23 anni. Si erano fatte notare, eccome, nei primi tempi dopo il delitto. Innanzitutto per il pasticcio del fotomontaggio in cui comparivano a fianco alla cugina Chiara (la foto venne messa sul cancello della villetta di Chiara Poggi, insieme a fiori e biglietti, ma il ritocco maldestro fu evidente subito e si scatenò un putiferio), ma anche per la loro attitudine a farsi intervistare, ad andare in tv, a rilasciare interviste. Ora, a distanza di 18 anni, si rispolvera la testimonianza (poi ritrattata) di un uomo che disse di aver visto Stefania la mattina del delitto in bici vicino alla casa di Chiara Poggi. E salta fuori questo super testimone che sostiene di aver visto la ragazza, sempre Stefania, trascinare un sacco pieno di oggetti pesanti e forse buttare qualcosa che assomigliava a un martello nel canale di Tromello (dove un martello, l’altro giorno, è stato trovato). Ma cosa sta succedendo? E perchè tutte queste cose non sono state analizzate prima? Non resta che vedere a cosa porteranno le nuove indagini. Non viste di buon occhio dalla famiglia Poggi, che nei giorni scorsi (cos’ come quando un mese fa è arrivata la svolta clamorosa dell’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio) ha ribadito che per loro “il colpevole resta Alberto Stasi”, facendo intendere che si tratta di indagini inutili.

ECCO A CHI SARÀ PRELEVATO IL DNA

Intanto, ecco l’elenco dei nomi a cui sarà prelevato il dna per fare la comparazione genetica su alcuni reperti del caso di Garlasco: si tratta di tutte le persone che per un motivo o per un altro frequentavano la villetta di via Pascoli doveva viveva la famiglia Poggi. Il Dna di Sempio è stato prelevato il 13 marzo (è stato obbligato dal giudice dopo essersi rifiutato di sottoporsi all’esame volontariamente) e verrà utilizzato per confrontarlo con alcuni reperti (ad esempio una serie di cose trovate nella pattumiera) che al tempo non vennero (pare) ritenute meritevoli di approfondimento. Al Dna di Sempio, si aggiungeranno quello di una serie di persone non indagate: in primis le sorelle gemelle Paola e Stefania Cappa, poi alcuni amici di Marco Poggi (Alessandro Biasibetti, Roberto Freddi e Mattia Capra, questi ultimi due perquisiti martedì) e anche un amico di Alberto Stasi, Marco Panzarasa. Verrà prelevato perfino il Dna dei carabinieri e del medico legale che entrarono nella casa del delitto, perchè potrebbero aver contaminato i reperti e gli inquirenti devono essere in grado di distinguere anche il loro Dna. L’elenco dei nomi è emerso nel corso dell’udienza che si è tenuta oggi davanti alla gip di Pavia Daniela Garlaschelli.

LE PAROLE DELL’AVVOCATO DI STASI

“Noi ci aspettiamo che questa indagine possa riscrivere quella storia e valutare in maniera diversa elementi tralasciati o elementi valutati in maniera un po’ troppo unilaterale. Se qualcuno critica l’indagine di oggi, prima dovrebbe chiedersi perché all’epoca non sono stati repertati i capelli, e perché non sono state fatte altre cose. Se si è severi con l’indagine di oggi, lo si deve essere anche con i buchi di quella di ieri, che non sono pochi e non sono piccoli”.”Alberto – ha concluso – vive questo momento con grande speranza e con un po’ di paura,ha grande fiducia e osserva con lo stato d’animo che tutti noi possiamo immaginare”.
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