BAVENO – Si può mettere in comune in un unico evento sulle criticità sanitarie le competenze e le visioni proposte da farmacisti ospedalieri e direttori di Asl, da istituzioni regionali e da specialisti territoriali, da medici di medicina generale e da ingegneri clinici, da psichiatri e da pediatri? Il primo modulo di Masterpharm 2025 ha dimostrato che la risposta è affermativa: si può. Ed il risultato è ottimo perché le tre giornate realizzate a Baveno, sul Lago Maggiore, dal 14 al 16 maggio, “dimostrano l’utilità di costruire un percorso collaborativo con cui affrontare le criticità sanitarie – sottolinea l’ideatore della manifestazione, Francesco Cattel (Direttore generale dell’Asl Verbano-Cusio-Ossola, già segretario nazionale Sifo) – proprio perché al suo interno si stimola la messa in comune di buone pratiche”.
I NUMERI E LA FILOSOFIA DI BAVENO
Tre giorni di lavoro, circa centocinquanta partecipanti, quindici differenti sessioni dialogiche, con una suddivisione delle tre giornate di evento che si sono così giorno Tre, confronto istituzionale e di governance, con la partecipazione dei direttori generali di Asl da tutta Italia. “L’avventura di Masterpham è partita 4 anni fa- precisa Cattel- a partire dall’expertise di un gruppo di farmacisti ospedalieri torinesi, si è evoluta e si è ora trasformata per questa quarta edizione, nel palcoscenico completo della sanità italiana. In tre giorni di lavoro che abbiamo tenuto a Baveno abbiamo assistito ad una expo globale di quelli che sono i nuovi modelli organizzativi che riguardano il farmaco, i dispositivi, le tecnologie dall’intelligenza artificiale e della telemedicina, e di quelli che possono essere definiti come i nuovi assetti organizzativi e logistici, giungendo fino a riflettere sul nuovo concetto di sperimentazione clinica”. Tanti spunti, molte voci autorevoli – da Giovanna Scroccaro a Gianluca Trifirò, da Anna Marra a Barbara Meini, da Carlo Picco a Franco Ripa, da Silvia Adami ad Alessandro D’Arpino – ed una convinzione condivisa da più interventi: si può fare ottima sanità anche in territori non-metropolitani. Anzi: a volte la “sanità piccola” è più prossima ai pazienti ed è in grado di costruire modelli d’eccellenza esportabili.
L’ESSENZIALE COLLABORAZIONE
Il primo “verdetto” di Masterpharm è chiaro: la complessità – bisogni di salute, nuove cronicità, soluzioni terapeutiche sempre più innovative, professioni interconnesse, organizzazioni territoriali chiamate all’eccellenza ed alla collaborazione di rete, sostenibilità economia messa a dura prova, coesistenza pubblico-privato – si può affrontare solo in modo collaborativo. E’ la relazione il valore che salva il Ssn. Tra i momenti clou della tre giorni promossa da Cattel è proprio da segnalare la tavola rotonda a cui hanno partecipato dieci direttori generali di Asl e di aziende ospedaliere-universitarie, che come decisori hanno espresso opinioni e progetti in merito a Pnrr, Case di Comunità, medicina di prossimità, tecnologie digitali. Per Paolo Petralia (vicepresidente Fiaso), “è fondamentale integrare le relazioni attraverso un dialogo costante. Sempre di più abbiamo consapevolezza che da soli non si riesce a risolvere i problemi sempre più pressanti e interconnessi della nostra sanità. La capacità di innovare e sperimentare passa attraverso la capacità di diffondere buone prassi e di costruire buone relazioni che diventano percorsi e comportamenti virtuosi. Ed è proprio quello che si fa qui a Masterpharm: credo questo stimolo possa dare uno sviluppo importante al futuro del nostro sistema sanitario”.
TANTI GLI INTERVENTI E I PUNTI DI VISTA
Tra gli interventi in questa direzione anche quello di Luigi Vercellino (dg Asl Torino4) che ha confermato che il dialogo tra dg è fondamentale, perché “in questo momento pieno di criticità in sanità, riuscire a rendere coerente il Ssn con i bisogni e riuscire a scambiarsi best practices ed esperienze tra livelli apicali è un valore aggiunto enorme”. Il dialogo virtuoso può essere un modello operativo non solo sui territori, ma anche ai vertici delle sanità regionali, come confermato da Fabrizio Priano (responsabile dell’ufficio di Comunicazione e nella sostanza capo dello staff dell’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi). Priano ha descritto come l’Assessorato stia realizzando una serie di audizioni – alla fine saranno circa 300 – di associazioni di malati, di ordini professionali e di stakeholder della sanità regionale al fine di inglobare contributi e proposte nel nascente Piano socio sanitario regionale, per andare a generare un “documento finale assolutamente condiviso”. Ha concluso Priano: “Questo è un metodo di lavoro che ci siamo imposti: è impegnativo, ma è un lavoro che darà grandi frutti, perché la condivisione è una delle basi per fare un buon lavoro”. Ma la collaborazione fa parte ormai anche del modus operandi di quel management sanitario che ormai con una certa lungimiranza sta abbattendo la logica dei silos. L’ha affermato Emanuela Omodeo Salè (componente del Consiglio direttivo Sifo), che ha moderato una sessione specifica della seconda giornata di Masterpharm e che si è soffermata sul valore dell’approccio multiprofessionale nell’ambito della gestione del paziente con patologie psichiatriche dove la collaborazione tra psichiatra, infermiere, psicologo e farmacista ospedaliero è in molte situazioni un dato acquisito e facilitante. Da ultimo, la necessità di una nuova relazione tra pubblico e privato, sottolineata da Pietro Presti (dg Fondazione Tempia, Biella) e confermata dall’esempio del Centro Ortopedico di Quadrante di Omegna, presidio ospedaliero dell’Asl Vco nato come sperimentazione gestionale e illustrato da Mauro Carducci (dg del centro stesso).
GESTIONE DELL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Una parte importante dei contenuti di Masterpharm 2025 è emersa nell’approfondimento avvenuto in sessioni diverse sulle tecnologie innovative nell’ambito healthcare: Davide Zanon (tesoriere Sifo) ha portato la notevole esperienza sviluppata a Trieste dal Burlo Garofolo nell’ambito delle Atmp in collaborazione con Maria Speranza Massei (ematologa all’Ospedale della Misericordia di Perugia); Gianluca Giaconia (vice presidente dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici-Aiic) ha presentato lo stato di sviluppo dell’intelligenza artificiale nell’ambito della sanità italiana; Annarosa Fornero (Aou Città della Scienza, Torino) ha illustrato il modus operandi dei farmacisti ospedalieri nella governance dei dispositivi medici innovativi. Tra gli interventi anche quello del direttore generale di Azienda Zero Piemonte, Adriano Leli, che ha sottolineato che sono tre i pilastri progettuali attuali dell’Azienda: digitalizzazione dei Dipartimenti di emergenza e accettazione-Dea; rinnovamento dell’infrastruttura tecnologica relativa al Cup, anche grazie a strumenti di intelligenza artificiale; da ultimo, la telemedicina “che significa prioritariamente mettere in comunicazione il paziente con strutture che erogano salute, evitando spostamenti a persone spesso fragili, erogando così nuove prestazioni in situazione di prossimità e ottenendo quel risultato di umanizzazione delle cure che per il Piemonte è uno degli obiettivi centrali”. Proprio parlando di telemedicina, Maurizio Borzumati (direttore Nefrologia Asl Vco), ha presentato il caso realizzato del progetto di telemedicina sviluppato proprio sul territorio del Verbano-Cusio-Ossola, dove le tecnologie della gestione a distanza di pazienti in dialisi, permettono di superare le criticità date da particolari caratteristiche orografiche – densità bassa, elevata montuosità, elevato indici di vecchiaia.
ED ORA? MASTERPHARM RILANCIA
Calato il sipario su Baveno, la domanda ovvia è questa: ed il futuro di Masterpharm? Risponde Francesco Cattel: “L’auspicio mio personale ed anche del Comitato Scientifico – Maria Rachele Chiappetta (Torino), Annarosa Fornero (Torino) e Cinzia Molon (Torino) che ringrazio – è che le idee condivise a Baveno possano concretizzarsi. A ottobre, realizzeramo il secondo modulo di Masterpharm 2025 tornando a Torino. Concluderemo così il nostro percorso per quest’anno parlando di nuovi modelli di tecnologia e di Hta, del concetto di reti e modelli innovativi, e proseguiremo nel dialogo tra direttori di Asl. E lo faremo aggiungendo un’attenzione particolare alle esperienze internazionali, che quindi saranno chiamate a presentare le loro best practices in una logica di arricchimento collaborativo comune e sovranazionale’.
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