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Destra e sinistra si contendono Papa Leone XIV… ma dimenticano Dio


ROMA – Era prevedibile. Ogni volta che il nuovo pontefice, Papa Leone XIV, interviene ecco che questa o quella parte politica si appropria di una parte del discorso e gli tira l’abito talare. Così abbiamo visto sin dall’inizio il capo tribù del popolo Maga, Steve Bannon, tuonare contro Papa Prevost accusandolo di essere ancora più comunista di Papa Francesco. Poi il Papa ha parlato della famiglia fondata solo sull’unione tra un uomo e una donna e le carte si sono ingarbugliate per la sinistra tranquillizzando la destra. E sarà sempre così, il più delle volte dimenticando che il Papa farà solo il Papa. E non ci saranno sconti per nessuno, perché ha già fatto chiaramente intendere che a valere, ora e sempre, sarà la parola del Signore. Quindi è inutile gioire sulla santità della famiglia se poi la stragrande maggioranza di quelli che si spellano le mani e urlano di gioia non seguono i sacri comandamenti.

Papa Leone XIV ha già detto più volte che lui è figlio di Sant’Agostino, quindi è a questo padre della Chiesa che occorre guardare per capire, forse, su quale strada condurrà tutte le pecore. Partiamo dalla massima di Sant’Agostino “Dilige et quod vis fac”, ama e fà quello che vuoi. Può sembrare il libera tutti, ma è solo una illusione perché il suo vero significato richiede uno sforzo continuo, quotidiano. Potrebbe essere intesa male, nel senso che uno potrebbe fare quello che vuole, anche ciò che è peccato o non è conveniente, con la scusa che ama… ma il senso delle parole “fà quello che vuoi” è conseguenza del Dilige (ama). Amare, e mi affido ai sacri testi, significa tenere la propria volontà conformata a quella di Dio.

Gesù ha detto: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama” (Gv 14,21). Non c’è amore per il Signore se non c’è l’osservanza dei suoi comandamenti. Chi dice: “Lo conosco, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato” (1 Gv 2,3-6). Allora ecco il significato delle parole di Sant’Agostino: sii conforme alla volontà di Dio, sii sempre aderente ai suoi comandamenti, compi sempre il bene e quello che a lui piace, e poi tutto è a lui gradito, sia che si tratti di piccola cosa, sia che si tratti di grande cosa.

È chiaro dunque, spiegano gli studiosi di Chiesa, che se facciamo qualcosa che gli dispiace, non lo amiamo, le nostre azioni rimangono cattive e non possiamo fare tutto il bene che vogliamo. Se quindi mettiamo a confronto questo amore con le parole, le azioni e le opere dei nostri leader che agiscono nel mondo, beh, possiamo dire che c’è molto lavoro da fare, che non ci siamo proprio. E sono curioso adesso di vedere i commenti sulle ultime dichiarazioni di Papa Leone sulla pace e il no al riarmo, sulla necessità di un’economia sana, quella che aiuta davvero e non impoverisce i popoli.

Che fare? Alla fine, anche noi nel corso della nostra vita ‘normale’ e non ‘santa’ possiamo raggiungere un grado superiore di consapevolezza, più vicino a quello che ognuno vuole: essere felice. Il sistema delle ricompense nel nostro cervello è sempre più abituato a trovare felicità nei piaceri mondani che si possono collegare ai soldi, al potere, al piacere e allo status. Possono trasformarsi, insomma, in ‘sostituti di Dio’.

Ora, senza tornare al ‘sacro’, possiamo comunque dire che stando a quanto registrano ogni giorno le cronache giornalistiche, le analisi e i sondaggi in tutto il mondo, queste ricompense alla fine sembrano promettere più di quello che procurano davvero. Non danno soddisfazione duratura. Quindi per essere felici, almeno un tantino più felici, bisognerà cambiare strada, magari puntando su una filosofia di vita, sulle relazioni familiari e non, l’amicizia, un lavoro che abbia un senso e un’utilità sociale. Anche qui c’è molto da fare perché la felicità che dura, nonostante i mille manuali che ogni giorno promettono la ‘dritta’ per acchiapparla al volo, si fonda sulle abitudini, cioè pratiche consapevoli e quotidiane che rafforzano le nostre relazioni, svelano il significato della nostra vita. Ed anche per questa via più terra terra però, alla fine, tutte le ricerche svolte ci consegnano una verità: le persone più felici hanno una vita che si concentra sull’amore, le persone felici amano le persone e usano le cose, quelle infelici usano le persone e amano le cose.
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