BOLOGNA – Cosa succederà all’Emilia-Romagna tra un secolo, a seconda di come reagirà al cambiamento climatico. In scena, a delineare scenari futuri, diversi personaggi, dal contadino che vede i suoi ciliegi inaridire alla eco-guida che accompagna i turisti in spiagge forzatamente reinventate. All’Arena del Sole di Bologna, sabato sera, c’è “Terre d’acqua”, spettacolo gratuito che fa parte delle “Conferenze immaginarie” ideate da Planetaria. Sul palco gli attori Stefano Accorsi e Anna Ferzetti e con loro lo scienziato Giulio Boccaletti, esperto del centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici. “Con questo spettacolo non stiamo traducendo ciò che dicono gli scienziati ma stiamo drammstizzando le scelte che ci troveremo ad affrontare”, spiega Boccaletti, oggi in collegamento con l’Arena del sole per presentare l’evento.
ACCORDI: “C’È UNA INFORMAZIONE CHE NON AIUTA LA CAUSA”
Quello che è successo a Bologna nell’ottobre scorso, aggiunge, “è sintomatico di quello che accadrà nei prossimi anni. I canali erano dimensionati per altre portate, quando queste vengono superate falliscono. Il problema è che piovono quantità d’acqua che non abbiamo visto in 200 anni. Dobbiamo decidere insieme cosa vogliamo fare del nostro futuro, è un problema civico non politico. Le soluzioni ci sono, ma richiederanno scelte e compromessi”. L’idea è stare lontani tanto dal green washing quanto dal carastrofismo. “C’è una informazione che non aiuta la causa”, avverte Accorsi. “I termini catastrofici a cui siamo abituati hanno avuto la loro importanza ma rischiano di creare ansia e senso di impotenza. L’eco-ansia è acuita da una informazione non consona, da una informazione catastrofista”.
ACCORSI RICORDA COME HA VISSUTO L’ALLUVIONE DEL 2023
L’attore rievoca anche come visse l’alluvione del 2023. “Ero in Emilia-Romagna, stavo facendo il film con Fabio De Luigi e devo dire che è stato veramente angosciante, non solo perché questa è la mia regione, ma perché veramente abbiamo assistito ad un qualcosa di eccezionale”. Ora, dice Accorsi, “dobbiamo davvero porci delle delle domande e cercare delle risposte sia emergenziali, ma anche sulla lunga durata, perché altrimenti si rischia di trovarsi ad agire sempre in rincorsa, mentre è molto importante cominciare a prevenire il più possibile altri eventi del genere”. Lo spettacolo sarà ripreso il prossimo 13 settembre a Lugo per inaugurare un nuovo progetto culturale di Ater e Fondazione del Monte, sempre legato a temi ambientali, che coinvolgerà i comuni della bassa Romagna più colpiti dall’alluvione, da Alfonsine a Bagnacavallo, da Cotignola a Sant’Agata sul Santerno.
STEFANINI: “LIETI DI SOSTENERE QUESTO PROGETTO COSÌ SIGNIFICATIVO”
“Ci fa piacere- dice il presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna Pierluigi Stefanini- sostenere questo progetto così significativo. É il frutto di un dialogo partito con l’alluvione: di fronte a fenomeni sempre più estremi bisogna creare consapevolezza e stimolare la partecipazione”. Secondo Stefanini inoltre “deve aumentare il coordinamento tra istituzioni, per uscire dalla logica dell’emergenza e guardare al medio e lungo termine con soluzioni in grado di mitigare queste situazioni estreme”.
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