ROMA – Per la prima volta in quasi sei mesi, Benjamin Netanyahu è tornato a parlare ai giornalisti. L’ultima occasione era stata dicembre 2024. In serata, il primo ministro Israeliano ha, infatti, tenuto una conferenza stampa durante la quale ha dichiarato di essere “pronto a un cessate il fuoco temporaneo”. Una parentesi che permetta la liberazione degli ostaggi. Secondo il premier “20 sono certamente vivi” a Gaza. “Riporteremo tutti indietro”, ha promesso.
“TUTTI I TERRITORI DI GAZA SARANNO SOTTO IL CONTROLLO DI SICUREZZA DELL’IDF”
Le parole di Bibi arrivano a 10 giorni dall’avvio di una estesa offensiva terrestre, l’operazione Carri di Gedeone, che punta all’eliminazione totale di Hamas. D’altronde, la “volontà di azzerare” l’organizzazione continua ad essere il filo conduttore di un piano “senza precedenti”, affinché – secondo quanto ha sottolineato ancora Netanyahu – “non rappresenti una minaccia per Israele”.
Per questo, il primo ministro ha annunciato che l’esercito israeliano, l’Idf, controllerà l’intera Striscia: alla fine dell’operazione “tutti i territori di Gaza saranno sotto il controllo di sicurezza israeliano e Hamas sarà totalmente sconfitto”.
NETANYAHU: “IMPEDIRE CRISI UMANITARIA”
Netanyahu ha, poi, aggiunto che – per continuare a ricevere il sostegno degli alleati – è necessario impedire una crisi umanitaria. A prescindere da ogni ragionamento politico, la popolazione è ormai allo stremo e una carestia è più che mai imminente.
“Non possiamo accettare una crisi umanitaria a Gaza- ha dichiarato Bibi-. Sappiamo che Hamas saccheggia una parte significativa degli aiuti e vende il resto a prezzi gonfiati per finanziare il suo esercito terroristico. Noi li eliminiamo e loro reclutano”. Secondo quanto affermato da Netanyahu è stato sviluppato insieme agli Stati Uniti un piano per garantire l’ingresso di aiuti. Nei prossimi giorni saranno aperti punti di distribuzione da parte di aziende statunitensi e verrà creata “una zona sterile” nel sud di Gaza in cui la popolazione potrà rifugiarsi. Il premier ha assicurato che i soldati israeliani stanno facendo tutto il possibile per evitare vittime civili: “Non esiste esercito più morale dell’IDF al mondo”.
LE CONDIZIONI PER LA FINE DELLA GUERRA
Sulla fine definitiva della guerra, Netanyahu pone ovviamente delle condizioni che garantiscano “la sicurezza di Israele”: “Tutti gli ostaggi tornino a casa, Hamas deponga le armi, si dimetta dal potere, la sua leadership venga esiliata dalla Striscia. Gaza sia totalmente disarmata e noi attuiamo il piano Trump” che è “così corretto, così rivoluzionario, e dice qualcosa di semplice: i residenti di Gaza che vogliono andarsene potranno andarsene”.
Tel Aviv, secondo quanto aggiunge Bibi, ha dovuto affrontare anche una massiccia pressione internazionale per porre fine anche ai conflitti in Libano e Iran. Quest’ultimo l’ha definito “una seria minaccia contro Israele” che è “in pieno coordinamento con gli Stati Uniti” per impedire “l’uso di un’arma nucleare da parte dell’Iran”. Israele, in ogni caso, “si riserva il diritto di difendersi da un regime che minaccia di distruggerci”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it
