ROMA – “È sempre più preoccupante e dolorosa la situazione nella striscia di Gaza”. A denunciarlo è stato il Papa, al termine della sua prima udienza generale in piazza San Pietro.“Rivolgo un accorato appello a consentire un ingresso dignitoso agli aiuti umanitari e a porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani e dalle persone malate”, le parole durante i saluti ai fedeli di lingua italiana.
“SEMINIAMO LA SPERANZA”
Il tema della pace, attraverso anche la parabola del seme, è stato al centro degli interventi odierni di Papa Prevost. “In un mondo diviso e ferito dall’odio e dalla guerra siamo chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace”: è stato infatti l’invito di papa Leone XIV, nel saluto ai pellegrini di lingua tedesca, dopo la catechesi dell’udienza generale in piazza San Pietro.
IL SEME E IL DIPINTO
“Raccontando il modo in cui il seme porta frutto, Gesù sta parlando anche della sua vita”. Lo ha sottolineato papa Leone XIV, nella catechesi della sua prima udienza generale in piazza San Pietro, dedicata alla parabola del seminatore. “Gesù è la parola, è il seme”, ha spiegato: “E il seme, per portare frutto, deve morire. “Questa parabola ci dice che Dio è pronto a sprecare per noi e che Gesù è disposto a morire per trasformare la nostra vita”, ha sintetizzato il pontefice, che poi ha citato “quel bellissimo dipinto di Van Gogh: ‘Il seminatore al tramonto’”: “Quell’immagine del seminatore sotto il sole cocente mi parla anche della fatica del contadino. E mi colpisce che, alle spalle del seminatore, Van Gogh ha rappresentato il grano già maturo. Mi sembra proprio un’immagine di speranza: in un modo o nell’altro, il seme ha portato frutto. Non sappiamo bene come, ma è così”. “Al centro della scena, però, non c’è il seminatore, che sta di lato, ma tutto il dipinto è dominato dall’immagine del sole, forse per ricordarci che è Dio a muovere la storia, anche se talvolta ci sembra assente o distante”, ha commentato Leone XIV: “È il sole che scalda le zolle della terra e fa maturare il seme”. “In quale situazione della vita oggi la parola di Dio ci sta raggiungendo?”, la domanda finale ai fedeli: “Chiediamo al Signore la grazia di accogliere sempre questo seme che è la sua parola. E se ci accorgessimo di non essere un terreno fecondo, non scoraggiamoci, ma chiediamo a Lui di lavorarci ancora per farci diventare un terreno migliore”.(www.agensir.it)(www.agensir.it)
In un mondo diviso e ferito dall’odioe dalla guerra siamo chiamati a seminare la speranza e acostruire la pace”. È l’invito di papa Leone XIV, nel saluto aipellegrini di lingua tedesca, dopo la catechesi dell’udienzagenerale in piazza San Pietro.
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