ROMA – Era la notte dell’1 febbraio quando un giovane studente universitario che festeggiava il suo compleanno veniva massacrato di botte, colpito ripetutamente alla testa con il calcio di una pistola e poi preso a calci, fino a finire a terra privo di sensi. Accadeva a Napoli, all’interno di un locale di vicoletto Belledonne a Chiaia, nella zona dei cosiddetti baretti. Un episodio per il quale tre ragazzi, di età compresa tra i 19 e i 22 anni, sono stati arrestati lo scorso 7 aprile dai carabinieri della compagnia di Bagnoli con l’accusa, tra l’altro, di lesioni aggravate dal metodo mafioso. Contestato a uno di loro anche il reato di pubblica intimidazione con uso di armi: dopo aver aggredito il giovane, infatti, nonostante la folla di giovani presenti in piazza, all’esterno del locale avrebbe esploso, a scopo intimidatorio e dimostrativo, due colpi d’arma da fuoco. Ma le indagini dei militari, coordinate dalla Dda della procura di Napoli, sono proseguite e hanno portato, oggi, a un nuovo provvedimento che stavolta colpisce la titolare del locale di vicoletto Belledonne a Chiaia, che resterà chiuso per i prossimi 40 giorni. La donna, spiegano i carabinieri, avrebbe “posto in essere condotte finalizzate ad intralciare le investigazioni dei carabinieri” e operato una “scarsa vigilanza nell’area interna del locale mettendo in pericolo l’ordine e la sicurezza pubblica”. I militari hanno quindi provveduto a sospendere l’attività commerciale.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it