VENEZIA – I gabbiani che vivono a Venezia sono diminuiti ma la gente pensa che siano di più; anzi, che siano troppi e pure un problema. Gli ultimi dati dello studio sul gabbiano reale a Venezia eseguito da Corila su incarico di Veritas e del Comune, comprendono gli esiti di una indagine sociale lanciata per la prima volta che ha raccolto oltre 650 risposte, e dicono che per il 65% il gabbiano reale è “una specie problematica”, percezione “diffusa soprattutto tra chi vive e lavora in città”. Assieme a “una visione incerta circa il numero di coppie nidificanti in città”, con il 20% degli interpellati che non ha saputo rispondere per “mancanza di conoscenza”. Ma oltre il 65% pensa che la popolazione “sia aumentata, dimostrando come la percezione del fenomeno sia significativamente diversa dalla realtà, che mostra invece una stabilità numerica negli ultimi anni e un recente calo delle coppie nidificanti”.
I dati, infatti, parlano di “sostanziale stabilità del numero di individui nel centro storico di Venezia dal 2018 ad oggi”: 3.350 esemplari a marzo, 3.000 a giugno e 2.700 a novembre 2024, considerando sia gli animali posati che in volo. Sono stimate 337 coppie riproduttive urbane a giugno 2024, -34% rispetto a giugno 2021 quando se ne stimavano circa 500. Il calo è forse attribuibile anche ai cantieri di ristrutturazione sui tetti che hanno ridotto notevolmente le superfici di nidificazione disponibili. Ma convivere con i gabbiani si può: “I risultati consolidano l’importanza di un approccio ecosistemico e partecipativo per la gestione della fauna selvatica in ambiente urbano, incentivando una convivenza pacifica con la specie nel rispetto della biodiversità urbana e con la consapevolezza che l’uomo -col suo comportamento- può contribuire a migliorare o peggiorare la situazione in città”.
Di gabbiani a Venezia si è parlato oggi pomeriggio al Museo di Storia Naturale “Giancarlo Ligabue”, in un incontro per presentare i risultati più recenti dello studio che ha usato anche immagini satellitari e aeree ad alta definizione. Gli otto anni di ricerca condotta da Corila sul gabbiano reale a Venezia riguardano una specie protetta in Italia che ha visto una forte espansione demografica in tutta Europa negli ultimi 50 anni e, in particolare, un aumento significativo della popolazione in ambito urbano, compreso il centro storico di Venezia.
La ricerca ha analizzato l’evoluzione della popolazione dei gabbiani reali a Venezia, la loro distribuzione e le interazioni con le diverse categorie di utenti della città, documentando le criticità legate alla convivenza con la specie e proponendo strategie di gestione per mitigare i conflitti. “Dati rigorosi e validati sostanziano una strategia di gestione integrata che il Comune di Venezia intende adottare per garantire la convivenza pacifica tra una specie animale protetta e la comunità di residenti e ospiti della città lagunare”, si spiega a commento dalla ricerca su cui si sono confrontati Patrizia Torricelli, già professoressa ordinaria di Ecologia a Ca’ Foscari, l’assessore all’ambiente di Venezia Massimiliano De Martin, il direttore generale di Veritas Andrea Razzini, i ricercatori Francesca Coccon di Corila, Matteo Zucchetta del Cnr-Isp, Pierpaolo Campostrini, direttore generale Corila.
Tra i principali problemi di convivenza che negli anni sono stati lamentati, c’erano i sacchetti dell’immondizia lasciati in calle presi di mira dai gabbiani che li aprono e lasciano in giro i rifiuti. Criticità a cui si è risposto da quando nel 2016 è stato esteso in città il sistema di raccolta rifiuti porta a porta per migliorare l’igiene urbana e a ridurre la disponibilità di rifiuti, cibo facile per i gabbiani. Veritas, inoltre, ha attaccato sui cestini portarifiuti messaggi in italiano e inglese con l’invito a non avvicinare i gabbiani, a non dar loro da mangiare, a non abbandonare alcun rifiuto e a non mangiare all’aperto per evitare l’assalto dei gabbiani. Nel 2022 è stato poi prodotto un vademecum divulgativo che ha portato a una campagna di sensibilizzazione nel 2023 per informare cittadini e amministratori e “favorire una gestione integrata della specie” che comprende misure indirette per ridurre l’attrattività dell’ambiente urbano per la specie e misure dirette per ridurre gli effetti indesiderati, fra cui l’attivazione di un servizio di rimozione di nidi su richiesta del cittadino, l’installazione di dissuasori fisici per impedire l’accesso ai siti di nidificazione e ridurre la possibilità di utilizzo dei siti di vantaggio usati dalla specie per gli attacchi al cibo dei passanti. E poi ancora l’utilizzo di tendoni e ombrelloni a falda larga sopra i plateatici e di fronte ai locali che servono cibo per ‘proteggerli’ dai gabbiani e la sperimentazione della sterilizzazione chirurgica degli adulti, previa analisi di fattibilità e richiesta del parere Ispra. Trasversali a queste attività sono il monitoraggio, con una cadenza di due-tre anni per avere dati aggiornati e conoscere il trend di popolazione e una comunicazione efficace per informare, educare e sensibilizzare al tema.
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