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L’avvocato di Sempio: “Chiara Poggi uccisa da un sicario, ho un’idea del perchè”


BOLOGNA –  “Chiara Poggi è stata uccisa perché scomoda. È stato un sicario”. A dirlo, in un’intervista rilasciata ieri 22 maggio durante il programma La Vita in Diretta, è stato l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio (insieme ad Angela Taccia), di nuovo indagato dopo tanti anni per l’omicidio di Chiara Poggi del 13 agosto 2007. “Per me è stato un sicario”, ha detto. E sostiene di avere anche un’idea sul mandante “ma me la tengo” (ha dichiarato al Corriere). Non è la prima volta che Lovati evoca questa strana teoria dell’omicidio su commissione. Ne aveva già parlato un paio di settimane fa, l’8 maggio, durante un’altra trasmissione ‘Ore 14’ della Rai. L’avvocato di Vigevano ha anche attaccato duramente la Procura, che nei giorni scorsi aveva convocato Sempio per un interrogatorio (fissato per martedì 20 in contemporanea all’audizione di Alberto Stasi e Marco Poggi) e avrebbe voluto metterlo di fronte al fatto che sulla scena del delitto è stata trovata una sua impronta, l’impronta di una mano, sulla parete lungo la scala, proprio vicino al cadavere di Chiara.

L’IMPRONTA “NON HA NESSUNA VALENZA”

Per l’avvocato Lovati l’impronta di Sempio rilevata nella casa ha “scarsissima valenza”. E non è neanche detto che gli appartenga: “Quella non è l’impronta di Sempio, io contesto che lo sia. È una consulenza di parte, io ne posso fare 100. Non hanno valore allo stato. Io contesto radicalmente la consulenza, come ho già contestato quella del dna. Possono metterci anche Gesù Cristo e io lo contesto perché sono come San Tommaso, per credere devo vedere”.

LO SCONTRINO DEL PARCHEGGIO? “CHISSENEFREGA”

“Non mi interessa, non mi interessa cosa dice Sempio. Tutto quello che ha detto fin qui è inutilizzabile”, dice Lovati. Lo scontrino del parcheggio? “Ha valenza nulla”, dice. “Non è un alibi, se non c’è un indizio non c’è un alibi”. Poteva essere la mamma che è stata a Vigevano? “Chissenefrega, poteva essere anche il papà. È un elemento irrilevante ai fini dell’indagine”. Ma lei ci parla con Andrea? “No, non mi interessa quello che Andrea ha detto. Mi interessa dimostrare che il mio cliente è innocente. Non mi interessa”. Quello che racconta Andrea è irrilevante? “Ma cosa deve raccontare Sempio, che non c’è un filo di indizio in questa indagine?”. E la verità fattuale? “Lo sa il Signore”, risponde il legale. Che pensa siano innocenti sia Sempio che Alberto Stasi.
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