Saper ‘leggere’ il meteo anche per prevenire gli incendi nei boschi. Hanno ‘studiato’ anche questa ‘materia’ i Carabinieri arrivati alla Scuola forestale dell’Arma di Cittaducale (Rieti) per il primo corso di “Meteorologia e Climatologia Operativa”. Un corso di formazione per i militari del Servizio Meteomont che hanno la qualifica di “Previsore ed Esperto neve e valanghe” e per quelli della task force del Nucleo informativo antincendio boschivo, il Niab.
Il corso è durato due settimane (si è concluso il 23 maggio), ha spaziato da nozioni sull’atmosfera terrestre ad approfondimenti e esercitazioni pratiche sugli strumenti di misura e registrazione dei parametri meteo, e sulla loro rappresentazione cartografica. E’ stata presentata la modellistica per le previsioni meteo e si sono analizzati i sistemi tecnologici informatici di “presentazione delle informazioni meteorologiche”: i programmi e i prodotti ricavati in telerilevamento dallo spazio (satelliti) e da terra. Ma appunto non c’è stato solo tutto questo.
Infatti, si è affrontato anche l’argomento degli “indici meteo vegetazionali e agronomici per la definizione del rischio degli incendi boschivi” e delle variabili meteo “che favoriscono gli inneschi e la propagazione degli incendi”. Focus pure sulla sensoristica dedicata e gli strumenti (droni e camere multispettrali) mentre per temi più tipici del Servizio Meteomont, è stato fatto un approfondimento sulla distribuzione della neve a livello globale e nazionale, sul trattamento delle misure al suolo e da remote sensing e sulla restituzione dei dati meteoclimatici sui sistemi informativi geografici passando per lo studio delle carte meteorologiche al suolo e in quota e l’interpretazione delle analisi satellitari e radar meteorologici.
Il personale dei due comparti, arrivato da tutta Italia, ha avuto come docenti Ufficiali meteorologi dell’Aeronautica Militare, un accademico in fisica dell’atmosfera, meteorologia applicata e climatologia, un esperto in analisi del rischio idromorfoclimatico e idrometeorologico, in particolare delle valanghe in relazione ai cambiamenti climatici, e un ingegnere esperto di monitoraggio, previsione, progettazione, gestione e sviluppo in ambito di Protezione civile. Tutto questo per dare ai Carabinieri che vigilano sulle valanghe e gli incendi “sempre maggiore consapevolezza, professionalità ed efficacia”.
CHE COS’È IL SERVIZIO METEOMONT
Meteomont e Niab sono entrambi servizi di eccellenza del comparto Forestale dell’Arma. Meteomont opera nell’ambito della sicurezza e del monitoraggio delle montagne innevate; il Niab è un reparto ad alta specializzazione per la prevenzione e repressione del fenomeno degli incendi boschivi in particolare andando a caccia delle cause e dei punti di innesco. Entrambi i comparti sono incardinati nel Comando Carabinieri tutela forestale e parchi a sua volta parte del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri. Meteomont deve indicare un grado di pericolo valanghe e segnalare per tempo potenziali pericoli legati alla stabilità del manto nevoso. Opera attraverso 10 Centri Settore, 43 Sotto Settori, 140 Stazioni meteo–nivologiche tradizionali, 16 Stazioni meteo–nivologiche automatiche, 400 militari abilitati Osservatori meteonivometrici, 160 abilitati Esperti neve e valanghe e 80 previsori valanghe. Sono loro che, assieme alle attrezzature tecnologiche, tengono d’occhio ogni giorno i dati meteo nivologici, effettuano test, analizzano ed elaborano le informazioni acquisite.
CHE COS’È IL NIAB
Il Niab, invece, è impegnato contro gli incendi boschivi: raccoglie ed elabora dati statistici sui roghi boschivi, predispone e svolge programmi di educazione e divulgazione ambientale sulla prevenzione degli incendi boschivi e fornisce supporto tecnico scientifico operativo ai colleghi Forestali in caso di casi particolarmente gravi sia sotto il profilo naturalistico, per la qualità degli ecosistemi forestali interessati o per l’allarme sociale che destano nella popolazione. A questo scopo è stata creata una task force, composta attualmente da 100 militari dislocati in tutte le Regioni a statuto ordinario, organizzata con un assetto in grado di intervenire con proiezione in 12–24 ore sull’intero territorio nazionale, comprese Sicilia, Sardegna e Isole minori. Dalla valutazione spaziale degli incendi, dal 2018 vengono realizzate, nelle aree dove l’incidenza del fenomeno risulta più presente, aree a vigilanza rafforzata, i cosiddetti Hot Spot, nei quali vengono messe in campo specifiche attività di prevenzione e repressione. Il Niab, infine, fornisce il suo contributo sia ai Paesi dell’area Europea, sia a favore di quelli in via di sviluppo particolarmente colpiti dal fenomeno degli incendi boschivi.
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