ROMA – Il tabacco è la principale causa prevenibile di malattia e morte nel mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) stima 8 milioni di vittime all’anno, di cui 1,2 milioni di non fumatori esposti al fumo passivo. In Europa, si contano circa 700.000 morti l’anno attribuibili al tabacco, di cui oltre 90.000 in Italia, quasi la metà per tumori. Si stima che i costi diretti e indiretti dovuti al tabagismo tocchino i 24 miliardi di euro l’anno nel nostro Paese (dati Tobaccoatlas 2025).
Lo dice Fondazione Veronesi che quest’anno, insieme ad Aiom, la società scientifica che riunisce gli oncologi italiani, diffonde dati importanti su che cosa succede in altri Paesi che hanno messo in pratica misure più incisive delle nostre e di che cosa pensano gli italiani del fumo e del prezzo come leva di prevenzione. E, insieme, tornano a chiedere un aumento consistente delle accise sul tabacco. La giornata mondiale senza tabacco – World No Tobacco Day – si celebra il 31 maggio dal 1988 per volontà dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Lo slogan scelto per il 2025 è ‘Unmasking the appeal: Exposing industry tactics on tobacco and nicotine products’.
I DATI
Secondo gli ultimi dati disponibili, quelli 2022-2023, dell’Istituto superiore di sanità e della sua sorveglianza Passi, in Italia il 70% dei fumatori inizia a fumare prima dei 18 anni di età e il 94% prima dei 25 anni. Quasi un italiano su quattro fra i 18 e i 69 anni d’età (il 24,5% della popolazione) è un fumatore. Il dato peggiore appartiene alla Campania con il 29%, il migliore a Calabria e Provincia di Bolzano. Il fumo di sigarette è più frequente fra gli uomini rispetto alle donne (28% a 21%) e disegna un gradiente sociale significativo, coinvolgendo molto di più le persone con difficoltà economiche (36% a 21% fra chi non ne ha) o con bassa istruzione (30% fra chi ha la licenza media o 26% fra chi ha al più la licenza elementare a fronte del 18% fra i laureati).
L’Iss fa osservare che in questi ultimi 15 anni la percentuale di fumatori si è ridotta, lentamente ma significativamente, di circa 5 punti percentuali in media, passando dal 30% del 2008 al 24% del 2023. Questa riduzione coinvolge tutti ma con modalità e ritmi diversi. La quota di fumatori si riduce sia fra gli uomini che fra le donne ma fra queste la riduzione è stata più lenta e il risultato è che oggi le donne hanno in parte eroso il loro vantaggio storico sugli uomini, attestandosi a valori di prevalenza del fumo del 20% e 28% rispettivamente.
La diminuzione si osserva anche trasversalmente per età, sia fra i giovani che fra le coorti più mature, ma fra queste ultime la riduzione è meno rilevante: fra i 18-24enni la quota di fumatori scende dal 36% al 27% ma fra i 50-69enni scende meno e più lentamente, dal 24% al 22%. La quota di ex fumatori cresce all’avanzare dell’età, è maggiore fra le persone senza difficoltà economiche, fra i cittadini italiani rispetto agli stranieri e fra i residenti nelle Regioni settentrionali. Nel biennio 2022-2023, sempre secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità, l’uso della sigaretta elettronica coinvolge il 4% della popolazione, ma è più frequente fra i più giovani di 18-24 anni (8% vs 2% fra i 50-69enni). I dati annuali mostrano un lento e modesto aumento dell’uso della sigaretta elettronica fra i residenti in Italia che passa da poco meno del 2% del 2014 a poco meno del 5% nel 2023. Per quanto riguarda i dispositivi a tabacco riscaldato si registra un consumo in poco più del 3% nel biennio 2022-2023, ma in aumento significativo dallo 0,5% del 2018 al 3,4% nel 2023.
Tornando ai dati diffusi da Fondazione Veronesi e Aiom, questi provengono da un progetto di ricerca triennale affidato al Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale (CERGAS) di SDA Bocconi School of Management e da un’indagine condotta da AstraRicerche per Fondazione Veronesi. Tra i dati rilevanti si evidenzia come il 60% degli italiani intervistati sarebbe favorevole ad un aumento consistente del prezzo del tabacco. In Italia, ad oggi, il prezzo medio di un pacchetto da 20 sigarette supera di poco i 5 euro, con incrementi minimi negli ultimi anni, in Francia è passato da 7,05 euro nel 2017 a quasi 11 euro nel 2023, con l’obiettivo di arrivare a 13 euro entro il 2027.
In parallelo, il Paese ha osservato un calo significativo del consumo di tabacco, soprattutto tra i giovani: in 5 anni, tra il 2017 e il 2022, la quota di fumatori quotidiani tra i diciassettenni francesi è scesa dal 25,1% al 15,6%. In Irlanda, dove in seguito a una politica di aumenti intrapresa nel 2015 un pacchetto costa oggi oltre 15 euro, la percentuale di fumatori è scesa dal 23% al 18% tra il 2015 e il 2021.
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