BOLOGNA – “Quando pedina vo con i miei ragazzi Andrea Sempio rimasi colpito dallo stile di vita di questo giovane commesso. Rimasi cioè sorpreso della totale assenza di contatti umani e relazioni sociali. Ogni giorno era la fotocopia di quello precedente. La sua quotidianità si svolgeva semplicemente tra casa e lavoro e notai, altresì, una metodicità del tutto anomala, quasi ‘costruita’, priva di qualsiasi relazione affettiva, amicale o di altro genere. Era un atteggiamento nel linguaggio del corpo, dal non guardare avanti mentre camminava alla routine metodica di ogni dettaglio, una quotidianità in bianco e nero priva di sfumature. Insomma, una persona sola e passiva, indifferente rispetto a quanto gli accadeva intorno. Certo, questo in termini giudiziari non significa nulla né costituisce ovviamente un indizio ma rimanemmo tutti sorpresi”. A parlare così, in una lunga intervista a La Stampa, è L:uca Tartaglia, ex poliziotto e investigatore privato che nell’inverno del 2016 venne ingaggiato dalla difesa di Alberto Stasi per pedinare Andrea Sempio e carpire il suo Dna per poi poter fare analisi di raffronto nel tentativo di arrivare alla revisione del processo per l’omicidio di Garlasco che si era chiuso con una condanna a 16 anni di carcere per il giovane fidanzato di Chiara Poggi, Alberto Stasi appunto. L’incarico lo ricevette dallo studio legale Giarda.
LA PERIZIA SUL DNA
Fu proprio durante quelle investigazioni private (per cui è stato processato ma poi archiviato) che l’investigatore riuscì a trovare il Dna di Sempio e a portare in Procura un elemento molto ‘forte’, ovvero il fatto che questo profilo di Dna era perfettamente corrispondente a quello (non attribuito fino a quel momento) trovato sotto le unghie della vittima Chiara Poggi. Ci riuscirono prendendo una tazzina di caffè con un cucchiaino e una bottiglietta di plastica d’acqua lasciati da Sempio in un bar: fu il genetista Pasquale Linarello ad analizzarli e a individuare il dna. Ma quella perizia, pur portata in Procura, venne considerata, allora, inattendibile, perchè il campione prelevato sotto le unghie di Chiara era, secondo gli inquirenti, “non utilizzabile” per una comparazione. E gli inquirenti, che pure sottoposero Sempio a indagini, alla fine arrivarono ad una archiviazione. Anche prendendo per buono, come possibile alibi, il ticket del parcheggio utilizzato a Vigevano la mattina del delitto di cui tanto si è parlato. Adesso, però, con la recente riapertura delle indagini, tutti questi elementi sono stati ripresi in mano e vengono guardati sotto un’altra luce. E la Procura, nel marzo scorso, ha di nuovo sottoposto Sempio a indagine, sfoderando un altro indizio che il procuratore capo Napoleone considera importante: l’impronta della mano di Sempio sul muro lungo le scale dove venne trovato il corpo di Chiara Poggi. La difesa di Sempio sostiene che il fatto che quell’impronta sia sua è tutto da dimostrare e che, in ogni caso, Sempio frequentava la casa e quindi il valore investigativo è nullo. Si vedrà. All’interrogatorio in cui i pm avrebbero voluto contestargli questa impronta (in precedenza mai attribuita), Sempio ha deciso di non presentarsi su consiglio della difesa, sollevando un vizio di forma nella convocazione.
I POST SUI SOCIAL
Tra le altre stranezze messe in luce dall’agenzia investigativa che lavorò per lo studio Giarda, ci sono anche alcuni post pubblicati sui social da Sempio, proprio in coincidenza delle sentenze di condanna nel processo. Anche questi elementi erano stati messi in luce dalle indagini difensive svolte nove anni fa dalla difesa di Stasi. Alle 18.58 del 17 dicembre del 2014 (giorno in cui Stasi venne condannato per la prima volta dalla corte d’Assise d’appello di Milano), Sempio pubblicò una vignetta osè con alcune citazioni tratte dal Piccolo Principe. Si vede una ragazza nuda, seduta su un letto, e un giovane sdraiato (con gli occhiali) che traccia un disegno sul fondoschiena della giovane. Le suggestioni La difesa di Stasi sostenne che nei due personaggi si potevano riconoscere Chiara Poggi ed Alberto Stasi. Qualcuno, anche nelle ultime settimane, si è chiesto se quella vignetta non potesse riprodurre una scena dei famigerati filmini hot che Chiara Poggi e Alberto Stasi avrebbero girato nella loro intimità. Nel fumetto che si legge nella vignetta, c’è scritto: “L’essenziale è invisibile agli occhi….non dimenticare il mio segreto”. Che Sempio potesse averli visti aprendoli dal computer di Chiara quando lo utilizzava per giocare? A voler trovare un movente per Sempio, anche in passato, era stata valutata la possibilità che si fosse invaghito di Chiara Poggi, sorella del suo amico Marco. L’altro contenuto social che venne portato all’attenzione degli inquirenti nove anni fa venne pubblicato su facebook da Sempio il giorno dopo la sentenza della Corte di Cassazione che confermò la condanna per Stasi. Si tratta dell’immagine di un antichissimo graffito paleolitico, conservato nelle grotte di Altamura in Spagna, raffigurante un sacrificio animale. Ma questi contenuti possono davvero avere un valore investigativo?
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it