BOLOGNA – Riconoscere all’agricoltore il lavoro che svolge anche a favore dell’ambiente, come ad esempio lo stoccaggio dell’acqua. “E’ un servizio pubblico e va pagato”. A sostenerlo è l’eurodeputata dei Verdi, Cristina Guarda, ieri in conferenza stampa in Regione Emilia-Romagna, nell’ambito degli incontri sul territorio in vista della nuova Politica agricola comunitaria (Pac). “Stiamo lavorando su due obiettivi- spiega Guarda- ridare centralità all’agricoltore, non per numero di ettari, ma per la qualità del lavoro che fa. E generare una nuova linea di reddito”, che sia basata sul “valore aggiunto” per la società e l’ecosistema prodotto dall’attività agricola. In altre parole, spiega l’europarlamentare dei Verdi, “se un agricoltore lavora in modo tale da stoccare acqua in falda, genera un vantaggio per il servizio acquedottistico, in contrasto alla siccità e a favore di chi sta a valle. Quindi quello è un servizio pubblico, che va riconosciuto e pagato”.
GUARDA: RENDERE “APPETIBILI LE MISURE AMBIENTALI”
In questo modo, segnala tra l’altro Guarda, “si può anche riappacificare il mondo della lotta alla crisi climatica con l’agricoltore, a cui dobbiamo dare strumenti per reagire e rendendo appetibili le misure ambientali, senza creare competizione tra le norme e la produzione di cibo”. Anche secondo Paolo Burani, consigliere regionale di Avs e presidente della commissione Ambiente della Regione Emilia-Romagna, “abbiamo bisogno che i nostri agricoltori siano sostenuti, perchè sono i primi custodi della biodiversità dei nostri territori. Vanno aiutati e condotti a che siano sempre di più i primi attori di un cambiamento radicale della nostra gestione dell’ambito agricolo, che vuol dire ambiente. Abbiamo bisogno di gestirlo in maniera biologica, attenta agli equilibri ecosistemici”.
GUARDA: “C’È LA NECESSITÀ DI RIMETTERE AL CENTRO L’AGRICOLTORE”
La nuova Pac è attesa per l’estate, dopodichè inizierà la discussione in sede europea. “C’è la necessità di rimettere al centro l’agricoltore- insiste Guarda- ma c’è anche un’emergenza contestuale al reddito, che è quella climatica”. Questa Pac, sostiene l’eurodepuata dei Verdi, “rischia in realtà di essere concentrata solo sul concetto di competitività, di ricerca spasmodica di nuovi mercati, orientati all’export e non all’analisi del fabbisogno europeo e dell’indipendenza alimentare. Per questo sto girando le regioni, incontrando aziende e rappresentanze di settore, per portare la voce dei territori in Europa”.
GUARDA: SERVE “COERENZA, L’EUROPA DEVE TORNARE IN SE STESSA”
Guarda avverte anche un altro rischio. “Non vorremmo mai che la Pac, come i fondi di coesione- ammonisce- venisse trasformata in strumento per decidere a livello nazionale di dirottare le risorse verso altri obiettivi, che non sono la presa in carico delle piccole e medie imprese agricole e rurali. Abbiamo bisogno di coerenza, l’Europa deve tornare in se stessa. Se vogliamo investire in difesa, lo facciamo con altri fondi. La politica agricola non può essere messa a rischio da altri obiettivi”, afferma l’eurodeputata dei Verdi.
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