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Garlasco, ennesimo mistero: la borsa di Chiara Poggi è sparita


BOLOGNA – Mentre continuano a imperversare nuove ipotesi e suggestioni di ogni tipo sull’omicidio di Garlasco, emergono anche interrogativi sugli errori giudiziari e i corti circuiti investigativi di quel lontano 2007. E l’ultimo in ordine di tempo è: dov’è finita la borsa di Chiara Poggi? Il giorno dell’omicidio, il 13 agosto 2007, la borsa della vittima venne fotografata dalle forze dell’ordine nella sua camera della villetta di via Pascoli a Garlasco: c’è la foto agli atti. Ma poi, appunto, sarebbe scomparsa. L’esistenza di questa borsa è appunto negli atti della vecchia inchiesta del 2007. Si tratterebbe di una Pinko Bag che era sulla sedia in camera di Chiara.

LA FOTO DELLA BORSA NEGLI ATTI DELL’INCHIESTA

Nella foto della borsa (l’immagine è l’unica cosa che esiste ancora, visto che l’oggetto non si sa dove sia finito), ha spiegato l’Agi, si vedeva anche lo scontrino della pizzeria dove erano state comprate le pizze che Chiara Poggi e Alberto Stasi avevano mangiato insieme la sera precedente l’omicidio. E questo dimostrerebbe che si tratta di una borsa che la ragazza usava proprio in quei giorni. La borsa, par di capire, non venne sequestrata ma solo fotografata. E poi, tempo dopo, sarebbe stata rubata durante un furto avvenuto in una casa in cui la famiglia si era trasferita. Ma le circostanze non sono chiarissime.

LO STRANO FURTO: CERCAVANO QUALCOSA?

Dopo essere stata fotografata (ma il contenuto non venne inventariato), la borsa tornò nelle mai dei familiari di Chiara Poggi. Ma, appunto, sarebbe stata poi rubata quando la famiglia si era trasferita per un periodo nella casa di Gropello Cairoli. Un furto, scrive il quotidiano la ‘Provincia Pavese’, che già all’epoca destò alcuni sospetti e fece pensare ad un’azione mirata. Si era pensato, infatti, che i ladri volessero cercare qualcosa di Chiara o della sua famiglia. Fatto sta che la borsa, in seguito, non è stata più trovata. Anche fosse stata sequestrata, oggi potremmo analizzarla? Non è detto. Nel 2022, infatti, venne dato l’ordine di distruggere i reperti del caso Garlasco, come è normale che avvenga dopo che la sentenza di un caso passa in giudicato. La sentenza di condanna per Alberto Stasi è diventata definitiva nel 2015.

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