LADISPOLI – Il countdown è iniziato. A giorni, forse ore, il sindaco dovrebbe sciogliere i dubbi sul destino dell’auditorium “Massimo Freccia” e soprattutto sull’eventuale rescissione del contratto con i privati che sono in netto ritardo rispetto alla tabella di marcia. «Entro maggio tutto deve essere finito, altrimenti revocheremo la concessione», queste erano state le parole di Alessandro Grando ad inizio 2025. La struttura doveva essere inaugurata già nel 2023. Poi una serie infinita di impedimenti ha gettato ombre sulla prosecuzione del cantiere interrotto per svariati motivi. Discussioni, interrogativi, richieste di una commissione interna al Comune e anche un esposto dell’opposizione inviato alla Corte dei Conti per esortare la magistratura contabile a fare chiarezza sulla vicenda, uno dei misteri della recente storia ladispolana. Poi l’iter che a sorpresa sarebbe ripreso il mese scorso con una nuova scritta comparsa nella parte superiore esterna e piuttosto visibile agli automobilisti di passaggio. Ma internamente come proseguono i lavori? E soprattutto: sono ripresi? Su questo aspetto il primo cittadino rimanda il discorso alla prossima settimana. Intanto l’opposizione incalza: «Maggio è finito e, come temevamo, non è accaduto nulla. Nonostante il sindaco avesse pubblicamente annunciato la risoluzione del contratto in caso di mancata apertura del CineTeatro Massimo Freccia entro questo mese, ad oggi tutto tace. Nessun provvedimento, nessuna comunicazione ufficiale, nessun segnale di discontinuità rispetto a cinque anni di totale inerzia», commenta il consigliere di Ladispoli Attiva, Fabio Paparella. «Siamo alle porte della nona estate consecutiva senza uno spazio culturale operativo a disposizione della cittadinanza. Un fatto gravissimo, che certifica il fallimento di questa amministrazione nella gestione di uno dei beni pubblici più importanti della città. Le promesse disattese e gli annunci senza seguito non bastano più. Ladispoli – conclude Paparella – merita trasparenza, serietà e un’amministrazione che sia in grado di tutelare l’interesse pubblico. Noi continueremo a vigilare e a pretendere risposte concrete». ©RIPRODUZIONE RISERVATA |