BOLOGNA – Arriva una stretta sulle scorte: dal 2026 gli ex premier non avranno più la scorta dei Servizi segreti, ma solamente il dispositivo predisposto e curato dal ministro dell’Interno. La novità è contenuta nel piano che è stato curato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. La misura riguarderebbe una serie di ex presidenti del Consiglio: Paolo Gentiloni, Matteo Renzi, Mario Monti, Romano Prodi e Massimo D’Alema. Proprio Matteo Renzi, ieri, ha usato parole dure e attaccato il governo: “È una vendetta contro di me”. Ecco cosa ha scritto l’ex premier rispondendo alla lettera di Mantovano: “Nel caso in cui dal 1° gennaio 2026 dovesse accadere qualcosa alla mia persona il Viminale non avrà nessuna responsabilità amministrativa da incidenti che potessero occorrermi, ferma restando la piena responsabilità politica di Giorgia Meloni e di Alfredo Mantovano sulla scelta di ‘vendicarsi’ su di me per aver espresso opinioni politiche critiche verso il governo pro tempore”.
La notizia del taglio delle scorte è stata anticipata ieri dal quotidiano ‘Il Foglio’ (nella versione online) e questo è stato il motivo principale della forte irritazione di Renzi. Il taglio delle scorte sarebbe stato motivato da Mantovano “come un atto dovuto, l’applicazione di una circolare emanata dal secondo governo Conte”, ma anche da esigenze di risparmio. Se è così, gli ha risposto Renzi, lui è pronto a rinunciare anche al dispositivo base del Viminale. L’articolo del Foglio spiegava anche come già ora alcuni premier (come Mario Draghi e Giuseppe Conte), non abbiano la scorta mista, ma solo quella gestita dal Viminale. Per Renzi, però, si tratta di una misura “senza precedenti”, che non avvenne neanche dopo avvicendamenti avvenuti a fronte di rivalità politiche conclamate (come quella tra Berlusconi e Prodi.)
L’ATTACCO DI RENZI: “IL GOVERNO PASSA VELINE SU ARGOMENTI DELICATISSIMI”
Ieri Renzi, in una nota, si è scagliato duramente contro il governo per la ‘fuga di notizie’ che ha portato Il Foglio ha sapere in anteprima la stretta in arrivo sulle scorte e, soprattutto, ciò che lui aveva scritto a Mantovano. Ecco cosa ha scritto l’ex premier: “In data 15 aprile 2025 ho ricevuto una lettera riservata dal sottosegretario Mantovano. Conservo l’originale sulla mia scrivania. In data odierna ho risposto al sottosegretario anticipando via messaggio la mia missiva. Tre ore più tardi il sito de ‘Il Foglio’ ha pubblicato la lettera di Mantovano mostrando l’immagine, da cui si evince chiaramente che solo Palazzo Chigi può aver passato la velina, perché nella mia copia non c’è il timbro azzurro simbolo del protocollo del sottosegretario”, ha detto ieri Renzi.“Cosa significa tutto questo? – aggiunge Renzi – Mantovano usa le veline informando le redazioni senza rispettare le regole di riservatezza e rendendo pubblica corrispondenza in teoria privata. La sicurezza del Paese è nelle mani di un signore che si diverte a veicolare veline ai giornali anche su argomenti delicatissimi come la scorta delle figure istituzionali di questo Paese. È una cosa gravissima che era già accaduta con il procuratore di Roma Lovoi. Rimango allibito dalla superficialità con cui si gestiscono informazioni così riservate e ritengo l’atteggiamento di Mantovano pericoloso, superficiale, incomprensibile”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it