ROMA – Aspettando la finale di Champions, l’aveva promesso: “Voglio piantare la bandiera del Psg con Xana”. Una promessa mantenuta perché sua figlia, scomparsa sei anni fa, a soli 9 anni, lui la sente sempre vicina a sé. La vittoria del Paris Saint Germain non è quindi solo il trionfo della squadra, la festa dei tifosi, l’orgoglio di Parigi, oltre che la debacle dell’Inter: è soprattutto la storia di un legame che resta tra padre e figlia, che va oltre una fine incomprensibile e il dolore più profondo.
Quella coppa alzata a fine partita allora è la promessa mantenuta di Luis Enrique per Xana che dopo 10 anni, a fine partita, è tornato vincitore in campo indossando una t-shirt con la rappresentazione in versione cartoon di sé e la figlia, per ripetere quel gesto fatto nel 2015, a Berlino, alla finale della Champions vinta dal Barcellona- che allora allenava- sulla Juventus. La bambina quella sera, dopo la vittoria, era entrata in campo con la maglietta di Iniesta, una bandiera catalana in pugno e il papà al fianco che l’ha aiutata a “piantare” simbolicamente il vessillo. E per averla vicina a sé anche ieri notte, Luis Enrique ha quindi portato quell’immagine in campo, esibendola durante la premiazione della prima Campions vinta nella storia del Psg.
“Mia figlia è con me dal momento in cui è andata via. È andata via con il corpo ma è sempre con me, non ho bisogno di una vittoria di una Champions per ricordarla, nella vita si nasce, si muore e tutto il resto si vede, voglio ricordarla con lo spirito”: sono le parole che l’allenatore del Psg ha più volte rilasciato dopo la scomparsa della figlia, avvenuta troppo precocemente, a soli 9 anni, nel 2019 a causa di tumore alle ossa.
È Luis Enrique il cui primo pensiero è per la figlia Xana, Xanita, morta nel 2019 a causa di un tumore alle ossa. “Lei è sempre qui con me”, dice il tecnico campione.La sua storia commosse il mondo, in molti pensavano che Luis Enrique non ce l’avrebbe fatta a reagire, a trovare le giuste motivazioni per andare avanti nella sua carriera. Un uomo forte, indomito, intelligente, a volte ruvido ma geniale. La perdita della figlia lo ha segnato e ancora vive per lei e il suo ricordo. “Spiritualmente Xana è sempre tra noi. Ogni giorno le parliamo e scherziamo, vedendo foto o filmati. Abbiamo un sacco di materiale su di lei. Mia madre non voleva tirare fuori le sue foto. Perché? Xana deve restare tra noi, è la stella che illumina la famiglia. Sono un padre fortunato. Per 9 anni ho avuto una figlia splendida”, disse con il cuore spezzato.
Dieci anni fa, il 6 giugno 2015, al termine della finale Champions vinta dal suo Barcellona sulla Juventus, tutti ricordano Xana entrare in campo con la maglietta di Iniesta e una bandiera catalana in pugno. Il papà le era al fianco per aiutarla a piantare la bandiera in campo. Luis Enrique ha portato quell’immagine in campo anche stasera, esibendola durante la premiazione sulla maglietta indossata. Aspettando la finale di stasera, aveva promesso: “Voglio piantare la bandiera del Psg con Xana”. Quella promessa oggi è stata mantenuta; Xana resta e resterà per Luis Enqrique una presenza più che un ricordo.
credits @AntonioFraioli
(fonte foto di apertura e interne: utenti privati di X)
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