ROMA – È di almeno 23 morti e duecento feriti, il bilancio dell’assalto ad opera dell’esercito israeliano, sugli sfollati palestinesi che erano in attesa di aiuti umanitari a ovest della città di Rafah nel sud di Gaza. Secondo l’agenzia di stampa Wafa, i militari avrebbero preso di mira le persone in fila e sparato sulla folla radunata vicino al centro di distribuzione degli aiuti.
Medici Senza Frontiere, ha confermato che decine di palestinesi sono stati uccisi nei punti di distribuzione sostenuti dagli Stati Uniti e da Israele. Per l’organizzazione, questi recenti incidenti sottolineano la disumanità e l’inefficacia del nuovo sistema di consegna degli aiuti, che ha descritto come estremamente pericoloso. L’organizzazione ha sottolineato che l’armamento degli aiuti umanitari in questo modo può equivalere a un crimine contro l’umanità.
Per il commissario generale dell’Unrwa Philippe Lazzarini, il nuovo meccanismo di sostegno è “una trappola mortale” e ha esortato Israele a consentire le Nazioni Uniti ad entrare in sicurezza e senza restrizioni per fornire assistenza umanitaria nella Striscia. Il commissario, ha osservato inoltre, che a differenza di quanto avveniva in precedenza, dove gli aiuti erano distribuiti in circa 400 siti, ora con il nuovo sistema la distribuzione è limitata solo a tre, quattro luoghi costringendo i civili a percorrere lunghe distanze in condizioni pericolose.
Stando agli ultimi dati, dal 7 ottobre 2023, le operazioni militari israeliane a Gaza hanno ucciso 54.470 palestinesi – la maggior parte dei quali donne e bambini – e ferito 124.693. Si ritiene che il numero effettivo di morti sia più alto, poiché molte vittime rimangono intrappolate sotto macerie o nelle aree di soccorso a cui le squadre di soccorso non possono accedere a causa di continui attacchi.
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