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Roma

Amanti violente di nuovo in manette

CIVITAVECCHIA – Un amore malato che non si arrende nemmeno davanti alle manette. Continua la drammatica vicenda delle due donne protagoniste di un caso ormai ben noto alle forze dell’ordine locali, un intreccio di violenza, dipendenza emotiva e trasgressione che ha portato a numerosi interventi dei Carabinieri di Civitavecchia e a una lunga sequenza di provvedimenti giudiziari. Tutto è iniziato con un codice rosso, la procedura d’urgenza attivata in seguito a violenze domestiche. Una delle due donne era finita in carcere per maltrattamenti, dopo aver aggredito la compagna, un’aggressione avvenuta addirittura davanti ai militari dell’Arma. Ma nemmeno il carcere è riuscito a porre fine alla spirale autodistruttiva che lega le due protagoniste. Scarcerata dopo pochi giorni, alla donna era stato imposto un divieto di avvicinamento. Un provvedimento ignorato quasi subito: la presenza della donna nei pressi dell’abitazione di via Tarquinia ha richiesto un nuovo intervento dei Carabinieri. Ma ciò che ha colpito maggiormente è stata la reazione della presunta vittima: invece di accogliere l’aiuto dei militari della sezione Radiomobile, si è scagliata contro di loro, tentando di impedire l’arresto della compagna violenta. Entrambe sono finite in manette: una per aver violato le disposizioni del giudice, l’altra per aggressione e resistenza a pubblico ufficiale. Ma neanche questo doppio arresto è bastato. Rilasciate con l’ennesimo divieto di avvicinamento, le due sono state sorprendentemente ritrovate insieme poche ore dopo in piazza Calamatta. Ancora una volta, è stato necessario l’intervento dei militari, e ancora una volta la situazione è degenerata: la donna “non violenta” ha tentato di proteggere la compagna e si è opposta con forza agli agenti, finendo nuovamente in arresto. L’altro ieri, durante la direttissima, il giudice ha confermato per una il divieto di avvicinamento, per l’altra l’obbligo di firma. Una misura che sa di déjà-vu, considerato il passato recente. Il caso ha acceso un riflettore su un fenomeno spesso sottovalutato: la dipendenza affettiva e la violenza reciproca all’interno di relazioni tossiche, anche tra persone dello stesso sesso. Una dinamica che, come dimostrato, può annullare ogni razionalità, arrivando a mettere in secondo piano perfino la propria incolumità e il rispetto della legge. Per i Carabinieri di Civitavecchia, il timore è che questa vicenda sia tutt’altro che conclusa. Intanto, la città assiste con sconcerto a una storia d’amore e violenza che sembra non conoscere fine, mentre la giustizia cerca disperatamente di contenere ciò che solo le protagoniste, forse, potrebbero fermare.

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