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“Basta armi italiane allo Stato di Israele”: a Montecitorio protesta contro il rinnovo del memorandum Roma-Tel Aviv


ROMA – “Siamo qui come liberi cittadini italiani e anche non italiani per protestare contro il potenziale rinnovo del memorandum Italia-Israele per la fornitura di armi ma praticamente implementare un genocidio su un popolo occupato. Noi diciamo ‘Non in nostro nome'”.

Così all’agenzia Dire l’attivista Anwaar Ahmad illustra le ragioni del presidio organizzato davanti Montecitorio dalla rete Cittadini liberi per la Palestina.

Contro il Memorandum, la rete dei giuristi democratici ha presentato una diffida formale affinché venga interrotta la cooperazione militare e di intelligence tra Italia e Israele, diffida che “non ha ricevuto risposta sebbene l’esecutivo avrebbe dovuto fermare il tacito rinnovo”, come spiega Fabio Marcelli, che promette “nuove azioni giudiziarie. C’è anche un ricorso al Tar”.

Il nodo è il rinnovo automatico del Memorandum quinquennale, che non prevede una votazione da parte delle Camere. “Saremo qui 24 ore su 24 almeno fino all’8 giugno”, aggiunge Ahmad, in riferimento alla data ultima in cui l’esecutivo potrebbe rivedere l’intesa militare.

Davanti alla sede del Parlamento, da giovedì scorso, tra i venti e quaranta volontari si alternano per animare un sit-in permanente per chiedere al governo italiano di fermare la politica di Israele sulla Striscia di Gaza e la Cisgiordania. A terra, sulla bandiera palestinese, sono state esposte le foto di alcuni dei 16mila minori uccisi nella Striscia di Gaza nell’operazione dell’esercito di Tel Aviv contro il movimento Hamas, che in settimana entra nel ventesimo mese.

“Finché non c’è giustizia- continua Anwaar Ahmad – sarà difficile avere pace per un popolo martoriato anche con armi italiane. Inoltre oggi ricordiamo donne e uomini che ci danno informazioni da Gaza e per gli oltre 220 giornalisti deliberatamente uccisi dalle forze israeliane per far sì che non si sappia cosa accada”.

 Tra i cartelli esposti anche quello della rete No Bavaglio ‘Basta sangue sui nostri giubbotti’ mentre giornalisti e attivisti mostrano il cartello Press. Marino Bisso, della rete, chiede di “alzare la voce anche per i colleghi israeliani che fanno contro informazione. Bene che tanti comitati di redazione in Italia stiano prendendo la parte”.

Al presidio hanno partecipato anche vari deputati di opposizione: Laura Boldrini, Arturo Scotto e Rachele Scarpa del Pd; Marco Grimaldi, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs. 
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