di Nadia Cozzolino ed Emanuele Nuccitelli
NAPOLI – “Io non andrò a votare. Credo che sia giusto, come è previsto dalla Costituzione, non raggiungere il quorum”. Risponde così, ai cronisti che gli chiedevano dei referendum dell’8 e 9 giugno, il ministro degli Affari esteri e la Cooperazione internazionale Antonio Tajani, intervenuto a margine della seconda edizione della conferenza Unesco “Cultural Heritage in the 21st Century” che si svolge a Napoli.”Quando c’è un quorum – evidenzia il vicepremier – è previsto anche il non voto, che non ha nulla a che vedere con l’astensione”.
“Questo non è un referendum costituzionale – dice ancora Tajani -, sono referendum abrogativi, e se uno vuole difendere le norme esistenti può anche dire di non andare a votare. Non parliamo di elezioni politiche, occasione nella quale contrastiamo qualsiasi forma di astensionismo”.
TAJANI: “ASTENSIONE LEGITTIMA, INVITARONO AL NON VOTO ANCHE NAPOLITANO E PANNELLA”
“L’opposizione può dire quello che vuole. L’astensione è una posizione legittima, perché i referendum hanno dei quorum fissati per legge, quindi si sceglie se non si vuole far passare il referendum, perché questi referendum non li consideriamo i due, risolvono i problemi, anzi peggiorano la situazione e noi diciamo che è giusto non andare a votare perché non deve essere aggiunto il quorum quindi il referendum diventa non valido”, afferma ai microfoni di ‘Ping Pong’ su Rai Radio1.
“Non è la prima volta che ciò accade nella storia, lo stesso presidente Giorgio Napolitano, che non era certamente un pericoloso reazionario, invitò a non andare a votare perché questo è legittimo e previsto dalle norme – aggiunge – ma non è stato il solo. Un conto sono elezioni di altro tipo, un conto sono altri referendum, come quelli di tipo costituzionale che hanno un altro significato. Marco Pannella, che era poi il padre del referendum in Italia, invitava a non votare quando c’era un referendum che non condivideva”.
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