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Anniversari, “buon compleanno” all’ateneo laico più antico


NAPOLI – L’università laica più antica al mondo, l’Università degli studi di Napoli Federico II, festeggia i suoi 801 anni di storia. Era, infatti, il 5 giugno del 1224 quando l’imperatore Federico II di Svevia, nonché re di Sicilia, da Siracusa emanò l’editto istitutivo. Il suo Studium, a differenza di quelli di altre città, nacque con un atto imperiale volto a formare i gruppi dirigenti necessari al governo dello Stato. L’intitolazione al suo fondatore è arrivata, poi, nel 1992.

TRA STUDENTI ILLUSTRI E RETTORI CHE HANNO FATTO LA STORIA

Napoli, va ricordato, ad eccezione della scuola medica salernitana, fu l’unica città meridionale sede di studi universitari fin dopo l’Unità. Qui studiarono, tra gli altri, Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca. Particolarmente importante fu la scuola di diritto civile, soprattutto la feudistica, che ebbe risonanza europea.La storia dell’ateneo raccontata sul portale stesso, evidenzia come “dopo l’Unità, Francesco De Sanctis, direttore e poi ministro della Pubblica istruzione, si disse fermamente intenzionato a fare dell’Università di Napoli la prima Università d’Europa. Mentre la popolazione studentesca raddoppiava, portandola al terzo posto in Europa dopo Berlino e Vienna, restavano gli annosi problemi delle sedi, cliniche, laboratori scientifici, nonché delle risorse finanziarie: tema costante delle prolusioni e delle relazioni inaugurali dei rettori negli anni seguenti, nonché della loro azione presso il ministero. Il colera del 1884 mise a nudo le terribili conseguenze dell’alta concentrazione in quartieri malsani, dove erano ubicate anche le sedi universitarie: queste divennero parte integrante del piano per il Risanamento della città, e della relativa legge del 15 gennaio 1885. Il 16 dicembre 1908 fu solennemente inaugurato il nuovo edificio sul corso Umberto. Secondo i dati forniti dal rettore Giovanni Paladino, l’Ateneo napoletano aveva allora 6.471 studenti, che lo collocavano tra i più popolosi in Europa. Nuovi indirizzi furono fissati con la riforma Gentile del 1923”.

IL MEGA ATENEO

Al termine della seconda guerra mondiale, che assestò colpi durissimi all’ateneo, “dopo Gaetano Quagliariello, toccò a un altro storico, Ernesto Pontieri, rettore tra il 1950 e il 1959, affrontare il compito immane della ricostruzione, mentre il numero degli studenti balzava dai 14.398 iscritti del 1940-41 a 20.033 nel 1950-51 e 26.514 nel 1951-52. Mutava profondamente l’Università, che non solo per il numero degli studenti ma anche per la loro provenienza sociale perdeva definitivamente il carattere elitario che aveva conservato nell’Ottocento. Ristrutturazioni, restauri, progettazione e costruzione di nuove sedi caratterizzarono la politica universitaria dei vent’anni successivi. Con dieci Facoltà, due Policlinici, circa 75.000 studenti, più della metà dei quali a Medicina, Giurisprudenza e Scienze, quello di Napoli negli anni Settanta era ormai un mega ateneo, che la creazione di nuove Università (Salerno 1968, Basilicata 1979) non valse a decongestionare: dagli anni Ottanta la popolazione studentesca avrebbe superato le 100.000 unità, per poi attestarsi intorno a questa cifra anche dopo la nascita, nel 1992-93, di un secondo Ateneo”.

I 7 ‘LAUREATI ILLUSTRI”, LA CONSEGNA DEI TITOLI

I festeggiamenti per gli 801 anni, che si inseriscono nel corso delle celebrazioni dei venticinque secoli della Città di Napoli, con cui l’Ateneo ha condiviso vicende e vissuto da sempre, hanno preso il via ieri con la Giornata dello studente federiciano nell’Aula Magna Storica, con ‘801 anni di saperi’. Il titolo di Laureato illustre è stato consegnato a sette federiciani che si sono distinti nella loro carriera professionale: Roberto Barbieri, amministratore delegato Gesac SpA, Giovanna Cassese, presidente del Consiglio nazionale delle Arti e della Musica, Fabio Ciciliano, commissario straordinario per gli interventi infrastrutturali e di riqualificazione sociale funzionali ai territori ad alta vulnerabilità, Antonio Franchini, scrittore, Elisabetta Garzo, presidente del Tribunale di Napoli, Vittorio Rizzi, direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), e Roberto Vittori, generale Aeronautica Militare italiana – Astronauta.

GLI SPETTACOLI

Le celebrazioni proseguiranno anche nei prossimi giorni. Venerdì 6 giugno, alle 20, nel Complesso dei Santi Marcellino e Festo, andrà in scena ‘Andar per fantasmi, storie ed antiche leggende’, spettacolo finale del Laboratorio Teatrale ‘Napoli la memoria del futuro’ diretto da Rosaria De Cicco e Annamaria Russo con la collaborazione musicale di Barbara Buonaiuto.Sabato 7 giugno, alle 12, al Teatro Teder, in via Flavio Gioia, a Napoli, andrà in scena #Patate su Marte, spettacolo finale del Laboratorio Teatrale ‘Ridiamoci Sopra’ diretto da Eduardo Tartaglia e Veronica Mazza, Associazione Commedia Futura.
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