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Trump salva Mondiali e Olimpiadi dal “travel ban”, ma che succede con il Mondiale per Club?


ROMA – La nuova stretta sui viaggi firmata da Donald Trump esclude atleti e staff impegnati in eventi sportivi globali. Un dettaglio tutt’altro che secondario, visto il calendario internazionale dei prossimi anni e la centralità degli Stati Uniti come Paese ospitante. Resta però nel limbo tutta la parte agonistica accessoria.

Nel testo dell’ordine esecutivo, che vieta l’ingresso da 12 Paesi e impone restrizioni ad altri sette, la sezione 4 prevede un’eccezione esplicita: il divieto non si applicherà agli sportivi – atleti, allenatori, personale di supporto e familiari – in viaggio per “la Coppa del Mondo, le Olimpiadi o altri grandi eventi sportivi” riconosciuti dal Dipartimento di Stato. Una clausola che, appunto, potrebbe salvare la partecipazione di club e nazionali alle prossime grandi competizioni previste negli Stati Uniti: dai Mondiali del 2026 alle Olimpiadi di Los Angeles del 2028.Ma al momento non è chiaro se l’eccezione includa anche la Coppa del Mondo per Club, quest’anno. La FIFA per ora non ha commentato. Ma il presidente Gianni Infantino, nelle ultime settimane, non ha nascosto la sua sintonia con Trump, arrivando persino in ritardo al Congresso FIFA pur di incontrarlo durante un viaggio in Medio Oriente.Il divieto, che entrerà in vigore il 9 giugno, colpisce Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. A questi si aggiungono restrizioni parziali per cittadini di Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela.La misura solleva però interrogativi anche sulla posizione dei giocatori statunitensi che rappresentano a livello internazionale Paesi inseriti nel ban. Alcuni, come i venezuelani della Major League Soccer, sono attualmente impegnati con le nazionali per le qualificazioni mondiali. Il Venezuela, ad esempio, affronterà Bolivia e Uruguay nei prossimi giorni. Il rischio è che il provvedimento interferisca con il rientro.Tra i club qualificati alla Coppa del Mondo per Club ci sono attualmente dieci giocatori provenienti da Paesi soggetti al divieto, tra cui Mehdi Taremi (Iran), Roger Aholou (Togo), David Martínez e Telasco Segovia (Venezuela), e Josna Loulendo (Congo).Sul fronte nazionale, solo l’Iran ha già staccato il pass per il Mondiale del 2026. Venezuela, Haiti, Libia, Sudan e Guinea Equatoriale sono ancora in corsa nelle rispettive zone di qualificazione. Ma se la stretta sui visti dovesse irrigidirsi ulteriormente, anche la partecipazione sportiva – in teoria tutelata – potrebbe diventare terreno di frizione.
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