di Emanuele Nuccitelli e Marta Tartarini
ROMA – “Il nostro obiettivo era raggiungere il quorum per cambiare le leggi e questo obiettivo non è stato raggiunto. Non è una vittoria, oggi non festeggiamo”. Lo dice il segretario generale della Cgil Maurizio Landini commentando i dati sul referendum a poche ore dalla chiusura dei seggi, quando è già assodato il non superamento del quorum e la scarsa partecipazione in tutta Italia (poco sopra il 30% dell’elettorato).
“È L’INIZIO DI UN LAVORO CHE NON PUÒ TERMINARE”
Dunque il sindacalista, nella conferenza stampa organizzata al Centro congresso Frentani di Roma prende atto della ‘non vittoria’ ma assicura che non si tratta di una resa. Anzi rilancia: “Consideriamo questa esperienza molto importante, è l’inizio di un lavoro che non può terminare”, prosegue il segretario della Cgil, osservando che “c’e bisogno di continuare questa lotta con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione”.
“UN TERZO DEL PAESE VUOLE CAMBIARE”
“Tutto questo lavoro che abbiamo realizzato in questi mesi credo che sia particolarmente significativo,perché ripartiamo da 14 milioni”, sottolinea Landini, concludendo che “c’è un terzo di questo Paese, partendo dai giovani, che chiede di cambiare”.
“DIMISSIONI? NON CI PENSO MINIMAMENTE”
“Non ci penso minimamente, non credo sia oggetto di discussione, queste decisioni le abbiamo prese tutti insieme, non c’è qualcuno che decide per altri”: è la risposta che Maurizio Landini porge ai cronisti che gli chiedono se pensa alle dimissioni dopo l’esito del referendum.
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