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Referendum, Toscana ed Emilia Romagna prime per affluenza. Maglia nera per il Trentino


ROMA – Con oltre il 39% di affluenza, la Toscana è la prima Regione per il numero di cittadini che si sono recati alle urne per i cinque referendum. Al secondo posto, con il 38%, si attesta l’Emilia Romagna, quindi la Liguria e il Piemonte praticamente appaiate con il 34,5% circa.

Subito sotto il podio le Marche (32,7%) seguite dall’Umbria (31,3%) e dalla Basilicata (31,1%). Quindi il Lazio (31%), la Lombardia (poco meno del 31%), l’Abruzzo (29, 8%), la Valle d’Aosta e la Campania (29,%), la Puglia (28,5%), Il Molise (27,8%), Il Fvg (27,5%), Sardegna (27%) e Veneto (26,3%). Maglia nera per Trentino Alto Adige con 22,5%, la Calabria e la Sicilia, appaiate al 22/23%.

TOSCANA MEDAGLIA D’ORO AFFLUENZA, MA QUORUM LONTANO: 39%

La Toscana si prende la medaglia d’oro dell’affluenza. Vince di un soffio il ‘derby’ con l’Emilia-Romagna, ma anche a queste latitudini, in quello che viene considerato uno dei granai ‘rossi’ della sinistra, il quorum resta un miraggio. La fatidica soglia è lontana. Undici punti più avanti secondo Eligendo, il portale del ministero dell’Interno dedicato alle elezioni, che fissa la quota dei votanti ai cinque quesiti sotto il 40%, al 39 (al netto delle oscillazioni minime tra le diverse schede).Fa meglio Firenze che non raggiunge il quorum, ma ci va più vicino. La provincia si ferma al 46%. La città fa un pelo meglio, raggiunge il 47%, tre punti sotto la soglia. Ma qui, quando manca il dato di una manciata di sezioni, il match tra le ‘capitali’ del centrosinistra lo vince di qualche decimale Bologna (47,7%). Più lontane le altre province toscane: Pisa, Siena e Livorno si attestano al 40% circa; gli altri capoluoghi si fermano tutti sotto: Prato 37%; Pistoia 35%; Massa-Carrara 33%; Lucca 33%; Arezzo 34%. Ultima e più staccata Grosseto, al 31,4%.

AFFLUENZA AL 38% IN EMILIA-R., SOLO TOSCANA FA DI PIÙ

Toscana ed Emilia-Romagna guidano l’affluenza alle urne per i referendum su lavoro e cittadinanza, ma nemmeno nei due due feudi ‘rossi’ si raggiunge la soglia fatidica del 50% dei votanti. L’Emilia-Romagna raggiunge il 38% circa di partecipazione al voto, seconda in Italia dietro la Toscana dove ha partecipato al voto più o meno (a seconda dei quesiti) il 39% degli aventi diritto. Bologna è la città della regione dove si è votato di più, con percentuali superiori al 42-44%, ma nemmeno sotto le Due Torri si raggiunge il quorum, per nessuno dei cinque quesiti.Via via che arrivano i dati parziali sull’affluenza dalle 4.537 sezioni, si conferma che anche lungo la via Emilia l’obiettivo del 50% è stato mancato di diverse lunghezze. Il primo quesito, quello per ripristinare l’articolo 18 nelle aziende sopra i 15 dipendenti (la reintegra per i licenziamenti senza giusta causa), è stato quello con la quota più alta di voti, il 38%, mentre si ferma attorno al 37% la percentuale di quanti si sono espressi sull’accorciamento dei termini (da 10 a cinque anni di residenza) per ottenere la cittadinanza italiana. Bologna registra il record regionale di votanti, seguita da Reggio Emilia, dove si sono recati ai seggi il 42% dei cittadini: a Fabbrico, addirittura, è stato superato il quorum, con il oltre il 52% per tutti e cinque i quesiti. E’ Rimini, invece, la città dove si è votato di meno: alle urne appena il 31,1% degli elettori. Dopo Bologna e Reggio Emilia, Modena si ferma sotto il 40%, con l’affluenza al 39,3%. Seguono Ravenna (37,7%), Forlì-Cesena (35,2%), Parma (34,4%) e Ferrara (33,4%).

FLOP SARDEGNA, PER ORA AL VOTO UN CITTADINO SU QUATTRO

Flop in Sardegna, ancor più che rispetto al dato nazionale, del referendum su lavoro e cittadinanza, a dati ancora parziali. I votanti nell’isola hanno disertato le urne, con una percentuale che per ora si attesta al 27,20% di affluenza. Tradotto, poco più di un sardo su quattro si è recato alle urne. Per quanto riguarda l’orientamento del voto, i “sì” sui quattro quesiti per il lavoro nell’isola superano la soglia del 90%, crolla la percentuale di voti positivi per il quesito sulla cittadina per gli stranieri (69,01% “sì”, 30,99% “no).
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