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Viterbo: l’abbraccio della Tuscia alla facoltà d’Agraria

“Non sarai mai sola”. Questa scritta gigante è campeggiata ieri pomeriggio, in piazza San Lorenzo. È il nome dell’associazione, creato da un comitato promotore di 25 ristoratori viterbesi, per raccogliere fondi a favore della facoltà di Agraria dopo l’incendio della scorsa settimana. La raccolta fondi è stata ufficializzata da Paolo Bianchini in rappresentanza del gruppo di ristoratori, alla presenza del rettore Stefano Ubertini, del pro-rettore Alvaro Marucci e dei direttori di DIbaf e Dafne, Simone Severini e Maurizio Petruccioli che hanno preso la parola. In piazza tanti sindaci capeggiati dalla padrona di casa Chiara Frontini, i consiglieri regionali Enrico Panunzi e Giulio Zelli e decine di amministratori pubblici. Insieme a loro i rappresentanti di Camera di Commercio, l’ordine degli agronomi, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Slow Food e Archeoares e tanti imprenditori agricoli, dell’enogastronomia e del food. «Ho passato le tre ore più brutte della mia vita sperando che non fosse successo nulla alle persone dobbiamo dire grazie al personale che era lì e ha permesso l’evacuazione in ordine e che tutti stessiro bene». Il rettore dell’Unitus, Stefano Ubertini, ha iniziato così il suo saluto, ricordando i momenti drammatici dell’incendio. Per la raccolta fondi pro-Unitus é attiva una raccolta fondi su Gofoundme che ha già superato i 6 mila euro. L’associazione ha coinvolto tre vip come testimonial: Simona Ventura, Leonardo Bonucci e Alice Sabatini. I primi due hanno già fatto storie sui loro profili instagram collegandole al link https://www.gofundme.com/f/non-sarai-mai-sola-unitus e, presto, lo farà anche Alice Sabatini, ex miss Italia di Montalto di Castro. La raccolta è stata fatta anche in piazza ieri pomeriggio con due teche. «Noi ristoratori abbiamo voluto fare questa cosa – ha detto Bianchini – perché chi, come noi, ogni giorno lavora nel mondo agroalimentare e dell’enogastronomia sa quanto le nostre attività devono in termini di conoscenza all’Unitus. La facoltà di Agraria, in particolare, ha avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo della città avendo dato il via al nucleo fondante dell’ateneo viterbese». Bianchini ha inoltre ammesso che «la facoltà di Agraria ha dato a tutti gli agronomi, gli enologi, gli imprenditori agricoli una formazione specifica importante che oggi è diventato patrimonio di tutti: abbiamo decine di aziende vitivinicole, eccellenze enogastronomiche e dell’ortofrutta grazie a loro». «Fatemi ringraziare i vigili del fuoco, le forze dell’ordine, la Protezione civile, la Croce Rossa e tutte le istituzioni del territorio – ha detto ancora il rettore Stefano Ubertini –. Purtroppo abbiamo avuto un drammatico incendio, è andato perduto un edificio che porta con sé tante storie, tante tecnologie, ricerche e collezioni. L’abbraccio vostro dev’essere soprattutto ai colleghi della facoltà di Agraria e ai due dipartimenti». Simone Severini, direttore del Dafne, ha affermato che «la comunità sta dando una prova molto importante, ci stanno momenti anche di forte tensione, immagina un collega che ha perso il suo laboratorio: tanto patrimonio genetico, biologico e riproducibile andato in fumo. Hanno perso anni di lavoro. Stiamo cercando di trovare delle soluzioni». Sugli studenti Severini ha aggiunto che «abbiamo una comunità molto variopinta, che viene per studiare ma anche per questo territorio bellissimo con un’integrazione forte: da un periodo di 6 mesi per l’Erasmus ad anni. Grazie per la vostra testimonianza». Il direttore del Dibaf Maurizio Petruccioli ha detto che «questa situazione ci proverà nelle prossime settimane ma ci siamo subito rimboccati le maniche per ripartire quanto prima. Il nostro obiettivo è che i nostri studenti possano completare gli studi senza alcun trauma: rendere questo ateneo sempre vivo e attraente anche per i futuri studenti. L’Unitus è in grado di produrre educazione universitaria continuativamente». Il pro-rettore Alvaro Marucci, infine, ha rimarcato che «le difficoltà ci rendono più forti, e lo stiamo vivendo come comunità, ora siamo più coesi. Il nostro ateneo si caratterizza per avere sedi diffuse su territorio come il Campus del Riello, il Polo di Agraria, l’Orto botanico, Santa Maria del Paradiso, San Carlo, Santa Maria in Gradi. Questo ci ha aiutato a ridurre i danni ricevuti. È nostra intenzione ripristinare il prima possibile l’edificio danneggiato in condizioni migliori di quelle attuali. Abbiamo un centro ricerche ben attrezzato a Rieti e potrebbe essere utilizzato per svolgere le attività».

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