NAPOLI – “Rilanciamo l’allarme su questa grave violazione dei diritti fondamentali dell’infanzia e dell’adolescenza. Un fenomeno che non risparmia l’Italia dove, secondo le stime, 336mila minorenni tra i 7 e i 15 anni sono coinvolti in esperienze di lavoro continuative, saltuarie o occasionali”. Così Save the Children Italia alla vigilia della Giornata internazionale contro il lavoro minorile che si celebra oggi 12 giugno in tutto il mondo.
IL MESSAGGIO DEL 12 GIUGNO
Istituita nel 2002 dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), nasce per sensibilizzare sulla portata globale del fenomeno e sulle azioni necessarie per eliminarlo. L’obiettivo 8.7 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) invita la comunità globale ad “adottare misure immediate ed efficaci per sradicare il lavoro forzato, porre fine alla schiavitù moderna e al traffico di esseri umani e garantire il divieto e l’eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, tra cui il reclutamento e l’uso bambini soldato e entro il 2025 il lavoro minorile in tutte le sue forme”.Il lavoro minorile – osserva Save the Children – incide sui percorsi d’istruzione: i minori che lavorano spesso lo fanno in orario scolastico, con conseguenti assenze da scuola e poco tempo per lo studio e le altre attività formative, aumentando così il rischio di abbandonare definitivamente la scuola. L’abbandono scolastico o l’acquisizione di scarse competenze avranno anche effetti sulle condizioni lavorative dei minori, con il rischio di accettare in futuro lavori sottopagati e ad alto rischio, o di andare a ingrossare le fila dei Neet, in un circolo vizioso di povertà e disuguaglianza.
L’INDAGINE “NON È UN GIOCO”
Proprio Save the Children con la sua indagine ‘Non è un gioco’ del 2023 ha acceso ulteriormente i riflettori sul fenomeno e sui suoi numeri. Il primo dato è questo: quasi un minore su 15 tra i 7 e i 15 anni svolge o ha svolto una attività lavorativa (6,8%) e la percentuale sale tra i 14-15enni arrivando ad un adolescente su 5 (il 20%) svolge o ha svolto un’attività lavorativa e circa un 14-15enne su 3 (il 27,8%, circa 58mila adolescenti) è o è stato impegnato in lavori particolarmente dannosi per i percorsi educativi e il benessere psicofisico perché svolti in maniera continuativa durante il periodo scolastico, oppure in orari notturni o comunque percepiti da loro stessi come pericolosi.
L’indagine svela anche quali sono i settori in cui è maggiore l’incidenza del lavoro minorile. Le esperienze di lavoro vengono/sono state svolte prevalentemente nel settore della ristorazione (25,9%), in particolare come barista, cameriere e, in alcuni casi, aiuto cuoco; nelle attività di vendita nei negozi e attività commerciali (16,2%), come commesso, cassiere, ma anche in uffici e magazzini; in campagna (9,1%). Seguono l’attività in cantiere, come muratore, imbianchino, idraulico o elettricista (7,8%), il sostegno a casa nella cura di fratelli, sorelle o parenti (7,3%) (escludendo “l’aiuto a casa” per brevi intervalli di tempo), babysitter (4,8%), vendita ambulante o servizi da asporto (4,3%) e in percentuali minori (sotto il 3%) attività nei laboratori artigianali, nelle officine e distributori di benzina. Va sottolineato l’emersione di nuove forme di lavoro online (ad esempio pubblicità, video, contenuti sui social a pagamento, compravendita online) che riguardano il 5,7% degli intervistati che hanno dichiarato di aver lavorato nell’ultimo anno.
‘Non è un gioco’ sottolinea un aspetto rilevante: il 65% dei minori che svolgono lavori di cura di fratelli, sorelle o parenti, a casa in modo continuativo, sono femmine. Tale percentuale sale al 90% per il lavoro di baby sitting. Mentre i maschi sono largamente preponderanti in tutte le altre mansioni rilevate. “Tali differenze – viene osservato – sembrano richiamare in maniera predittiva l’impegno nel lavoro di cura, molto spesso non retribuito, a cui sono chiamate le donne adulte, in un circolo vizioso che rafforza divari di genere in ambito lavorativo e retributivo”.
IL REPORT DI UNICEF ITALIA
Per celebrare la Giornata, Unicef Italia presenta oggi il III Rapporto statistico “Lavoro minorile in Italia: rischi, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro” prendendo in considerazione i dati sul lavoro minorile e gli infortuni da lavoro riguardo al quinquennio 2019-2023 distribuiti per età, regione e genere ed è stato realizzato sulla base di dati elaborati a partire da report e database presenti su portali nazionali dell’Istat, dell’Inps e dell’Inail.Quest’anno inserita l’analisi dei dati relativi alle denunce di infortunio e di infortunio con esito mortale dei lavoratori entro i 17 anni di età, ed in particolare nella fascia 15-17 anni.
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