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Roma

Giallo di Villa Pamphili, identificata la donna dei tatuaggi: determinante una testimone


ROMA – La testimonianza di una operatrice del verde pubblico, la tenda di una comunità che aiuta chi vive in strada, le segnalazioni arrivate dopo la diffusione dei tatuaggi: il puzzle dei due cadaveri- quello di una madre e della sua neonata- trovati sabato scorso nel giardino di Villa Pamphili, a Roma, inizia a comporsi. La donna sarebbe stata identificata oggi pomeriggio, dopo giorni di ricerca senza successo nei database internazionali.

LA TESTIMONIANZA DELL’ADDETTA AI GIARDINI

Lei e la sua bambina, trovate morte, nascoste nell’erba a distanza di poche centinaia di metri, erano due invisibili. Ma qualcuno invece le aveva notate, in vita: c’è una testimone, secondo quanto riporta il quotidiano Repubblica, che avrebbe fornito informazioni utili alle indagini sul presunto duplice omicidio della giovane donna e la figlioletta di pochi mesi. Si tratta di un’operatrice del servizio giardini che ha detto agli inquirenti di aver visto una donna con una bambina in fasce, presumibilmente le vittime, insieme ad un uomo dalla “carnagione olivastra”. Su un uomo, che altri testimoni avevano avvistato insieme alle vittime, si erano concentrate le ricerche all’indomani della scoperta dei due corpi senza vita, ma non è stato mai rintracciato.

CACCIA ALL’UOMO ‘DALLA CARNAGIONE OLIVASTRA”

Le parole della testimone confermano che i tre si trovassero insieme, come un nucleo familiare, in una tenda, quella già posta sotto sequestro dagli inquirenti, rinvenuta poco distante dai corpi senza vita. L’operatrice racconta di essersi avvicinata, notando l’accampamento dove non doveva esserci. E di aver detto loro di spostarsi: non comprendevano l’italiano e ha dovuto parlare in inglese.

LA TENDA DELL’ASSOCIAZIONE BENEFICA

L’episodio risale a una settimana prima al ritrovamento dei corpi, a fine maggio. Le parole della testimone confermano il coinvolgimento dell’uomo e collegano le vittime alla tenda: un indizio non da poco perché si tratta di un articolo che viene fornito ai senza tetto da un’associazione benefica, previa registrazione.

LA PICCOLA MORTA SOFFOCATA, NON MANGIAVA DA GIORNI

L’esame del Dna ha confermato il legame di parentela stretto tra i due cadaveri, l’autopsia ha svelato le cause della morte della piccola, di 6-8 mesi. Lasciata per giorni senza cibo, sarebbe stata picchiata, scossa e infine soffocata. Gli inquirenti, come riporta il Corriere della sera, non escludono che a ucciderla sia stato qualcuno esasperato dal suo pianto continuo. Si fa invece sempre più strada l’ipotesi di una morte naturale per la madre, che è stata precedente a quella della bambina di alcuni giorni: non risulta infatti dagli esami tossicologici che consumasse droghe e anche gli organi non presentano lesioni, né ci sono ferite esterne tali da giustificare il decesso, né sul corpo sono stati riscontrati segni di soffocamento, come per la bambina.

IL RITROVAMENTO

La donna –  bionda, 30 anni circa, altra 164 centimetri, 58 chili di peso –  è stata trovata intorno alle 19.30 di sabato a ridosso della cancellata che dà su via Leone XIII, a Roma. Il suo corpo era in uno stato di avanzata decomposizione, era morta da una settimana circa. La bambina, dai sei agli otto mesi d’età, è stata trovata circa tre ore prima della madre, a 200 metri di distanza, era morta da un paio di giorni al massimo. I loro corpi erano nudi, ma non ci sono segnali di violenza sessuale su entrambe. L’uomo che era con loro è ricercato anche all’estero: tra i tanti interrogativi in ballo, resta da capire perché sia tornato dove si trovava la madre già morta per disfarsi del corpicino della piccola. Ora intanto sembra che per lo meno si possa dare un nome a mamma e figlia invisibili.
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