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La destra che governa Israele bombarda l’Iran e avverte il mondo: in Medio Oriente ora e in futuro comandiamo noi


ROMA – Trump, Putin, Xi Jinping, Erdogan… aggiungi un posto a tavola che c’è un Netanyahu in più. Dopo il primo giorno di bombardamenti in Iran, con missili droni sparati anche negli appartamenti per far fuori i generali, il capo del governo israeliano ha già fatto sapere che le azioni di guerra contro l’Iran dureranno almeno altri 14 giorni. Netanyahu non si nasconde, parla chiaro e mira alla distruzione totale. Lo ha messo nero su bianco nei giorni scorsi, vergando il biglietto che ha messo al Muro del pianto e da cui ha tratto il nome della guerra scatenata stanotte: “Il risveglio del leone”.

Recita infatti il verso 23-24 del Libro dei numeri: “Ecco un popolo che si leva come una leonessa, e si erge come un leone. E non si sdraia prima di aver divorato la preda e bevuto il sangue di quelli che ha ucciso”. Sperando che i seguaci fanatici che si riconoscono in Netanyahu non arrivino a tanto, è chiaro che questa nuova guerra ha il chiaro obiettivo di rovesciare, come lo definiscono gli israeliani, il regime “clero-fascista” iraniano, considerato il vero nemico numero 1, altro che Hamas e company.

Netanyahu, un maestro nell’arte della propaganda, nei giorni scorsi richiamato alla sbarra per rispondere dei numerosi reati che la giustizia gli contesta a casa sua, lotta senza freni per salvare politicamente se stesso. Di fronte alla furia militare israeliana anche Trump è apparso come un piccolo scolaretto: “Sì, lo sapevo ma noi non siamo coinvolti” ha detto, minacciando a sua volta l’Iran: che si arrenda subito se non vuole scomparire dal mappamondo. L’Italia, l’Europa, come ormai da tempo, stanno a guardare, implorando i guerrafondai, che evidentemente non stanno a sentire, di sedersi al tavolo delle trattative.

Per gli israeliani, comunque, la guerra all’Iran è gia in atto da tempo. E’ il regime iraniano che da sempre sta finanziando tutte le organizzazioni terroristiche, a partire da Hamas, per distruggere Israele. Sorvolando sullo scandalo che a suo tempo ha coinvolto proprio Netanyahu che per anni ha permesso e non contrastato finanziamenti dei paesi arabi proprio ad Hamas – in quel momento funzionale a mantenere alto lo scontro tra palestinesi di Gaza e quelli della Cisgiordania- adesso il capo del governo ha deciso di porsi sulla scena mondiale come l’altro potente di cui non si può tener conto, in Medio Oriente bisogna trattare con lui altro che con il Trump d’America.

Basta leggere quanto scrivono le comunità ebraiche e si capisce subito che cosa c’è dietro. Per loro la guerra non è mai stata quella di Gaza e neppure “contro Hamas, gli Houti e gli altri terroristi in Medio Oriente. La guerra è sempre stata, da quando fu concepita una decina di anni fa, preparata, organizzata e finanziata dagli ayatollah: una guerra dell’Iran per distruggere Israele”. Questo è il punto che giustifica l’attacco di queste ore. Si chiarisce poi che “non c’è odio tra Israele e il popolo iraniano, anzi una tradizionale amicizia che ha radici ai tempi dell’Impero persiano di Ciro che consentì la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme 25 secoli fa… La guerra è dovuta a una volontà ideologica e al disegno imperialistico degli ayatollah”. Per questo è partito l’attacco che mira, se ci saranno le condizioni, a rovesciare il regime iraniano.

Lo si è fatto adesso perché, è la lettura israeliana, dopo che l’Agenzia atomica aveva denunciato che l’Iran fosse a un passo dall’avere ordigni nucleari e con i suoi missili, si afferma nel testo della comunità ebraica, “portare la bomba su Israele e anche sull’Europa”. Per questo, affermano sicuri, “l’amministrazione Trump, che pure non vuole essere coinvolta direttamente nell’attacco, ha capito perfettamente questo punto, non ha impedito a Israele di usare tutta la sua forza e gli ha dato appoggio logistico e informativo”. Se l’azione di Israele avrà successo, sottolineano, “si potrà aprire un nuovo periodo di pace in Medio oriente… Insomma da quel che succede in queste ore in Medio oriente dipende il destino del mondo e la pace anche in Europa”. Questa la chiave di lettura e la propaganda israeliana.

Il problema è che questo nuovo conflitto altro non fa che spingerci ancora di più verso una destabilizzazione dell’intero pianeta. Lo abbiamo già visto nel 2001, quando la destra al governo degli Stati Uniti affermò la sua supremazia inventando l’Asse del Male e invadendo l’Iraq. Adesso è la destra israeliana che si presenta sulla scena imponendo un nuovo ordine nella regione. Un ordine, come scrivono alcuni analisti, “che nel nome del diritto alla sua difesa o addirittura alla stessa esistenza rigetta la questione palestinese, il diritto all’autodeterminazione di quel popolo”. Purtroppo ogni tentativo di eludere la questione palestinese, lo abbiamo visto in questi decenni, ha solo causato sopraffazioni, guerre, morte e distruzioni fino ad oggi. Ma senza giustizia per la causa palestinese non ci potrà essere pace. Senza pace e giustizia non ci potrà mai essere stabilità non solo in Medio Oriente ma in tutta l’area del Mediterraneo di cui anche noi facciamo parte. Un discorso ragionevole offuscato da chi pensa solo alla guerra.
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