ROMA – Le tensioni tra Israele e Iran hanno avuto immediate ripercussioni sui mercati finanziari, alimentando l’incertezza sullo scenario geopolitico e mettendo in discussione le prospettive economiche globali nel breve periodo.
Al centro delle preoccupazioni c’è il petrolio. L’Iran, tra i principali produttori mondiali, potrebbe reagire bloccando lo Stretto di Hormuz, passaggio strategico da cui transita circa un quarto del greggio globale. Il solo rischio ha fatto impennare i prezzi: il WTI e il Brent sono cresciuti di circa il 7% rispetto a ieri, dopo aver sfiorato aumenti fino al 13%.
In calo, di conseguenza, i principali indici azionari europei: FTSE Mib, DAX 40, CAC 40 e IBEX 35 cedono tutti oltre l’1%. Stessa dinamica per le borse statunitensi, con Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq in flessione di circa un punto percentuale poco dopo l’apertura.
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