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VIDEO | Cabina di regia, nuovi hub e ‘parlamento’ dello sport: ecco il programma di Pancalli candidato alla presidenza del Coni


ROMA – “Mi sento un uomo impegnato in una sfida, guardo a me stesso e alla mia squadra, lavoriamo per un obiettivo senza perdere tempo con le strategie ma pensando solo ad andare avanti per raggiungere un obiettivo. I segnali, le testimonianze e le attestazioni ricevute fin qui mi fanno essere ottimista”. A due settimane esatte dalle elezioni del Coni, quando il mondo dello sport sceglierà il successore di Giovanni Malagò, ha preso ufficialmente forma in parole e obiettivi il programma di Luca Pancalli. Uno dei tre candidati ‘forti’ insieme con Luciano Buonfiglio e Franco Carraro, il presidente uscente del Comitato Italiano Paralimpico sintetizza la sua visione in uno slogan: sarà “il Coni di tutti”. Il punto di partenza è un presupposto semplice: nella competizione del 26 giugno “deve vincere lo sport italiano. Noi candidati ci confrontiamo su progetti spesso sovrapponibili ma abbiamo scelto di metterci al servizio di un sistema che deve recuperare centralità, tirare fuori le energie migliori del nostro mondo e cambiare ciò che va cambiato”. Pancalli sottolinea un concetto fondamentale: “Credo che le istituzioni non appartengono a nessuno ma si rappresentano, e il lavoro deve essere di squadra perché tutti devono partecipare alle decisioni e alla costruzione di un progetto”, spiega in conferenza.

Il filo rosso del suo ragionamento porta inevitabilmente a Giovanni Malagò e ai suoi 12 anni di presidenza. “Serve discontinuità, non mi ha convinto l’eccessiva personalizzazione del Coni. Io vorrei cercare di apparire molto meno, essere un uomo dietro le quinte che mette chi lavora nelle condizioni migliori possibili”. Una convinzione che nasce dai suoi 25 anni alla guida del Comitato Italiano Paralimpico (prima Federazione Italiana Sport Disabili, ndr): “Quando ho capito che il Cip stava rispecchiando troppo la mia persona, ho deciso di lasciare”. Nel manifesto elettorale di Pancalli compaiono sette parole chiave e dietro ciascuna “c’è un ragionamento”: Dialogo, Coesione, Innovazione, Territorio, Futuro, Riforme e Comunicazione. Il Coni “non può più essere solo un fabbricatore di medaglie ma deve essere divulgatore di valori olimpici, magari utilizzando gli atleti come ambasciatori nelle scuole e nella società”, spiega, convinto che sia necessario restituire “l’idea di un marchio Coni come certificazione di qualità e competenza. Un vero e proprio brand da valorizzare attraverso una adeguata comunicazione. Ma anche un Coni sempre meno ‘palazzo’ e sempre più ‘spogliatoio'”.

Un Comitato Olimpico Nazionale che non è immune alle riforme. “Bisogna fare una risonanza magnetica del modello organizzativo e capire se la struttura è al passo della società che è cambiata. Significa fare un tagliando, per esempio sul gender balance, sul safeguarding office, sul doping e in particolare sulla giustizia sportiva dopo 10 anni dalla sua entrata in vigore, per capire le criticità emerse e come intervenire su cosa non ha funzionato”. Numerose le proposte. Al centro c’è sicuramente la creazione di una cabina di regia nazionale, che dovrà riunire in un tavolo permanente Coni, Ministro per lo Sport e i Giovani, il Dipartimento per lo Sport, Sport e Salute, Cip. Lo scopo è coordinare le diverse realtà e ottimizzare le risorse disponibili. In questo senso “il dialogo non è un punto del programma ma uno strumento per realizzarlo. Ci sono degli asset dove rischiamo duplicazioni, il sistema è migliorabile”. E a proposito di confronto: “Il Consiglio del Coni deve tornare a essere il ‘parlamentino’ dello sport italiano, in cui si assumono decisioni insieme, dove chi ha idee diverse deve sentirsi libero di esprimerle. Deve tornare a essere luogo del dibattito”, sottolinea Pancalli, che pensa anche al rafforzamento in questo senso della Giunta. E sull’individuazione di ruoli chiave, come quello del segretario generale, non anticipa nomi: “Parlerò di chi potrà rivestirlo insieme al corpo elettorale che mi sta sostenendo”. Altro punto centrale del programma è senza dubbio “la costruzione di nuovi hub sportivi moderni su tutto il territorio, attraverso cui riqualificare aree e spazi strategici. L’obiettivo è garantire a tutti gli sportivi, ovunque si trovino, le stesse opportunità di crescita e competizione”. Due settimane, dunque, e sapremo se Pancalli avrà convinto gli 81 elettori che sceglieranno il prossimo presidente del Coni. “Il mio programma non è un libro dei sogni, sono stati individuati degli asset e su quelli è necessario aprire dei tavoli di confronto per iniziare a costruire”.

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